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Che terribile accoppiata i giallorossi: un danno terribile per l'Italia

Enrico Letta

Iuri Maria Prado
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L'aggressione più fiera e riuscita ai danni del sistema rappresentativo, e la piega più autoritaria e illiberale mai assunta dal nostro ordinamento, si sono prodotte esattamente durante l'epopea del vaffanculo al potere in consorzio con la sinistra perbene, ed esattamente in attuazione delle politiche stataliste, anti-concorrenziali, pauperiste e di feroce assalto ai diritti individuali che non a caso vedevano in perfetta e sinergica collaborazione infettiva quelle due varianti di un'identica peste reazionaria. C'era però una differenza di portamento, di pubblica postura, tra il partito degli statali e dei pensionati, vale a dire il Partito democratico, e il movimento degli sfaccendati grillini arrivato al potere col voto di scambio dell'"uno vale uno" (un voto, un reddito da sofà).

 

 

Da parte grillina, infatti, c'era soltanto la brama di perpetuare le facoltà di bottino con la spregiudicatezza del bifolco provvidenzialmente catapultato negli agi che prima invidiava, e dopotutto l'angolatura politica dell'operazione si esauriva nella manutenzione della possibilità di imbottire i ministeri e le società partecipate di amici e famigli nel solco della normale indecenza italiana.

 

 

Ma non si spingevano, i mentecatti, a vestire di funzioni protettivo-democratiche la loro alleanza con il partito di Bibbiano. Il che facevano invece i progressisti, per i quali quell'esperimento costituiva l'eterno rinnovarsi del profilo civile e presentabile del Paese da far trionfare whatever it takes contro l'avversario da combattere in ogni modo, preferibilmente con qualche processo, ma non nelle urne. Uno era puro banditismo politico. L'altro vantava pure meriti democratici.
 

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