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Giorgia Meloni, "dove eravamo 5 anni fa": la sfida a Berlusconi e Salvini

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"Sono passati 5 anni dal congresso di Trieste. Da quel giorno ci hanno dati per vinti, per spacciati, più volte. Eppure eccoci qua: pronti come non mai per dare futuro e speranza alla nostra Nazione". Giorgia Meloni su Twitter esprime così tutto l'orgoglio di Fratelli d'Italia, indicato da un sondaggio Tecné per Zona Bianca su Rete 4 (e non solo da quello) come primo partito d'Italia oltre il 23 per cento. FdI è il grande favorito per la vittoria alle prossime elezioni politiche, il 25 settembre. E di conseguenza, la Meloni sarebbe la naturale candidata premier del centrodestra. Ma l'impressione è che gli equilibri, nella coalizione, siano ancora tutti da decidere.

Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, ha avanzato l'ipotesi che a indicare il candidato premier non siano gli elettori, con i voti nelle urne, ma a "una assemblea di eletti". Tradotto: se Lega e Forza Italia, insieme, prenderanno più voti, saranno loro a chi consegnare le chiavi del centrodestra per salire al Colle e farsi nominare candidato premier dal presidente Sergio Mattarella. Uno scenario che non fa certo fare i salti di gioia alla Meloni, che non a caso qualche ora fa aveva avvertito Cav e Salvini con queste parole non troppo calorose: "Dobbiamo vederci quanto prima. Il punto è darsi delle regole. Ho proposto che i vertici di centrodestra non siano occasioni conviviali ma operative, da svolgere in sede istituzionali. Ci diamo un ordine del giorno e prendiamo decisioni. Questo è un modo serio". Riferimento, polemico, ai vertici del centrodestra di governo a Villa Grande, dimora romana di Berlusconi, nelle ore della crisi. A Lega e Forza Italia, ha concluso la Meloni, "chiederò maggiore impegno rispetto a quello che mi è stato garantito in passato sull'indisponibilità a fare alleanze variabili".

E benzina sul fuoco la getta, su FdI, Mariastella Gelmini, che pure probabilmente non farà più parte del centrodestra una volta fuoriuscita da Forza Italia: "Confermo stima personale nei confronti di Giorgia Meloni, ma preoccupazione per quelli che sono i propri programmi politici molto distanti dall'Europa e dall'agenda Draghi", ha spiegato la ministra a Rtl 102,5. ''Sicuramente oggi Giorgia è leader del partito che ha maggiori consensi all'interno della coalizione di destra. Chiaro che mi preoccupa, pur avendo stima per lei, quale può essere il programma di un Presidente del Consiglio che, ad oggi, non ha votato il Pnrr e che anche sul fronte dell'Europa ha posizioni molto distanti perché c'è stato un tempo in cui l'Europa era l'Europa dei burocrati, dopodiché abbiamo visto che con il Covid l'Europa è stata decisiva nel salvare i Paesi, nel fare i piani di vaccinazione, così come è decisiva oggi nel concedere all'Italia duecento miliardi di euro".

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