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Enrico Letta, rivolta dei militanti Pd: "Basta coi banchieri. Meglio il Duce"

Mariano Paolozzi
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Enrico non ha troppo per star sereno. Ieri pomeriggio, in uno slancio da culto della personalità, Letta (e poi il Pd) ha condiviso una grande immagine di Mario Draghi sui propri profili social e un hashtag: #ItaliaTradita. Poi un breve slogan: «L'Italia è stata tradita, il Partito democratico la difende. E tu, sei con noi?». A giudicare dalla valanga di insulti che il segretario nazionale del Pd si è beccato dai suoi militanti, la risposta è no.

All'elettorato democrat la cosiddetta "Agenda Draghi" non scaldai cuori. Basta leggere le parole di fastidio e disperazione indirizzate a Letta. «Onestamente non si può continuare ad esporre Draghi, caro Enrico cambia strategia altrimenti arriviamo al 15%», ragiona Salvatore, militante del Partito democratico a Napoli. Più duro William, de L'Aquila: «Passerete questa campagna a stracciarvi le vesti per Draghi o tornerete a far politica?».

 

Articolato il discorso di Giovanni, che fa il consigliere comunale in Campania e membro di assemblea nazionale: «Basta con Mario Draghi. Gli appelli di sindaci, terzo settore, associazioni di categoria, tra l'altro sollecitati e di facciata, oggi non contano più. Sono durati due giorni. Parliamo di noi, della gente, dei problemi».

 

Se questi sono i commenti di chi prova ancora a tenere il Partito democratico incollato alla realtà, molto più crudi quelli dei semplici elettori-militanti di fronte al poster. «Ma che slogan è? Ridicoli», scrive Luigi. «Ho visto la propaganda del Ventennio fatta meglio», incalza Emanuele. «La sinistra che riparte dai poteri forti, dai ricchi e dai banchieri? Questa volta no mio caro segretario, non avrete il mio voto», commenta Rita. «Mai più, siete dei Giuda», è arrabbiatissima Antonella. «Torna in Francia», «Viva Conte», «Vi prego dite qualcosa di sinistra», «Se candidiamo noi Brunetta emigro», «Ma basta, ma fate politica», «L'Italia l'avete tradita voi», «Che vuoto cosmico», «Siamo al culto della persona», e una sfilza di semplici «No» di tantissimi Antonio, Maria, Mirko, Luciano, Ciro, Michela e così via. Certo, di rivolte sui social network ne vediamo tutti i giorni. Ma di solito, anche per sbaglio, qualche commento entusiasta e di difesa dovrebbe spuntare sotto un post di un partito. Insomma, la campagna elettorale del Partito democratico e di Enrico Letta parte malissimo. Un'alleanza che non c'è, un campo diviso e i militanti sul piede di guerra e senza entusiasmo. Tra due mesi si vota, in bocca al lupo.

 

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