Cambi repentini

Gelmini esulta per lo strappo? Che imbarazzo: cosa diceva pochi giorni fa

Brunella Bolloli

Cinque-giorni-cinque è durata la macedonia preparata al Nazareno, ma in questo breve lasso di tempo è accaduto tutto e il contrario di tutto. Le ex ministre di Forza Italia passate alla corte di Carlo Calenda si sono trovate alleate con l'odiatissimo (una volta) Partito democratico, eppure hanno fatto spallucce perché le alleanze elettorali non prevedono ruggini del passato, ma solo sogni di gloria in vista di un seggio in futuro. «È un un patto obbligato per difendere il metodo Draghi», ha spiegato non senza imbarazzi Mara Carfagna. «Qui nessuno si sognerà di tramare con la Russia e la Cina, nessun avrà a modello l'Ungheria di Orban», aveva aggiunto Mariastella Gelmini per giustificare il suo addio al Cavaliere e il passaggio al centrosinistra. Quando due giorni fa il segretario del Pd ha annunciato l'accordo con Verdi e Sinistra italiana, gli ex azzurri oggi in Azione non hanno fiatato, ma hanno digerito l'unione con i compagni, compreso il veto ad essere candidati nei collegi uninominali.

 

Ieri, invece, dopo lo strappo di Calenda, ecco la svolta. «Avanti con Azione! Sarà una battaglia rischiosa ma bellissima per un polo liberale e moderato che non sia schiavo di sovranisti e populisti. Finalmente!», ha twittato la ministra per il Sud. E la collega agli Affari Regionali ha incitato il nuovo capo: «Forza Carlo, avanti insieme». Nessun commento ufficiale dal ministro della Pa, Renato Brunetta, anche lui uscito da Fi, mentre il senatore Andrea Cangini non ha nascosto la propria soddisfazione: «Ora siamo liberi di essere noi stessi e di avanzare proposte concrete».

Resta da capire, adesso, se nascerà il famigerato Terzo Polo dei "moderati" o se l'inaffidabile Calenda, come lo chiamano i più gentili tra i dem, procederà in solitaria. Ad avere lanciato per primo l'idea del Terzo Polo ed avere detto, in pratica, "meglio soli che male accompagnati" è stato Matteo Renzi, un tempo vicino all'ex ministro dello Sviluppo economico. Per il leader di Italia Viva, che ai suoi ieri ha consigliato di «staccare Twitter e andare al mare», questa domenica ha segnato «la Caporetto di Enrico Letta», che infatti a questo punto non sta affatto sereno. In quanto a un incontro con Calenda, ci sarà, Iv è disponibile a un dialogo nel nome del Terzo Polo, ma per il momento prevale la grande sorpresa per la strategia fallimentare del segretario Pd, che da un mese a questa parte, osservano i renziani, «sta sbagliando tutto quello che è possibile sbagliare. E la Meloni ringrazia». 

 

Insomma, dalle parti di Italia Viva si assapora il sottile piacere della vendetta e si guarda alla «opportunità straordinaria», che potrebbe aprirsi con Azione. Intanto, è arrivata l'ufficializzazione dell'accordo di Iv con i sindaci della Lista civica nazionale di Federico Pizzarotti. E a fine agosto la campagna elettorale di Renzi entrerà nel vivo a Melendugno per rilanciare il valore strategico della Tap.