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Enrico Letta, i piani del Pd costano quanto la Flat Tax

Lorenzo Mottola
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Asili per tutti, aumenti a pioggia agli insegnanti, bonus-mojito ai diciottenni e trasporti pubblici gratis per l’umanità intera. Quando si tratta di programmi elettorali, il Partito Democratico adotta due diversi registri: austera severità da contabile di Friburgo quando è il momento di valutare le ricette economiche altrui, fantasia stile Tsipras quando è il momento di promettere e regalare. «Chi parla di Flat tax inganna i cittadini» tuona Piero Fassino, ma evidentemente si è perso i piani del suo partito. Basta fare due conti per rendersi conto che già i primi progetti annunciati dai dem costerebbero anche più della tassa piatta del centrodestra, almeno nella sua versione "light" da circa 20 miliardi. La somma delle cifre necessarie per le prime proposte arrivate da sinistra superano tranquillamente quella cifra, senza peraltro avere le stesse chance di innescare effetti espansivi per l'economia come una diminuzione delle imposte.

 

 


SOLDI AI PROF
Partiamo dall'ultima uscita di Enrico Letta, che martedì sera in un'intervista su RaiUno ha dichiarato che il Pd intende allineare gli stipendi del personale scolastico italiano agli standard europei (Un insegnante di scuola primaria, per fare un esempio, da noi prende 8000 euro lordi in meno rispetto alla media Ue, all'anno). Una proposta che peraltro è copiata: Luigi Di Maio già nel 2019 diceva di ritenerlo un punto fondamentale dell'agenda di governo. Perché non è stato fatto? Semplice: costerebbe dieci miliardi di euro ogni anno (stima dei sindacati, ovvero della Gilda degli insegnanti). Rimanendo in tema istruzione, nelle ultime settimane i sindaci Pd hanno lanciato l'idea di garantire un posto all'asilo a tutte le famiglie italiane. Tutto bellissimo, però poi c'è da fare i conti con la realtà. Al momento il servizio-nidi copre meno del 26% della popolazione italiana. Per arrivare al 60% (quota target individuata dal Senato alcuni anni fa) servirebbero circa 4,3 miliardi in più ogni anno, con l'aggiunta di 16mila euro una tantum per ogni posto aggiuntivo creato (costruzione di nuove strutture etc.). Ci sono 8,1 miliardi da trovare, di cui solo 3,1 coperti dai fondi del Pnrr. Dove di reperire questa valanga di miliardi, visto che in sede di trattative con Carlo Calenda ha assicurato che tutti i progetti del centrosinistra avverranno a «saldo invariato», ovvero senza aumentare il prelievo complessivo?

 

 


Attendiamo la risposta, anche se gli esempi recenti danno molto da pensare. È noto che una delle poche proposte avanzate finora dai dem riguarda il bonus da 10.000 euro da regalare ai ragazzi al momento di compiere i diciotto anni. Il costo sarebbe di 2,8 miliardi. Letta aveva garantito di poter finanziare l'impresa imponendo una tassa di successione (del 20%) che colpirebbe solo i patrimoni sopra gli 5 milioni di euro. I beneficiari, invece, sarebbero circa 280mila, ovvero la metà dei neomaggiorenni. Secondo le stime del Sole 24 Ore, il gettito di una simile tassa sarebbe decisamente inferiore alle aspettative. Circa cinque volte inferiore. E al governo toccherebbe metter mano al portafogli.


VIA I BIGLIETTI
Sempre i sindaci dem, invece, hanno lanciato l'idea di garantire trasporti pubblici gratuiti in tutte le città. Una bella iniziativa, impossibile contestare, anche se in effetti - come Libero ha scritto nei giorni scorsi praticamente tutte le principali aziende di Tpl in mano al Pd negli ultimi anni hanno aumentato le tariffe di bus, tram e metrò. Difficile che siano i Comuni poter pagare per questa impresa, per centrare l'obiettivo bisognerebbe ricorrere di nuovo a fondi statali. Una stima precisa a livello nazionale è difficile da realizzare, ma per farsi un'idea delle cifre si può ricordare che l'Atm, azienda milanese per i trasporti, incassa circa 320 milioni di euro ogni anno dai biglietti (dato 2022) mentre a Roma prima del Covid ne arrivavano 277 nelle casse dell'Atac. Quasi 600 milioni solo per le due principali città. Estendere l'esperimento a tutto il Paese costerebbe quindi diversi miliardi, con esiti imprevedibili. C'è un Paese in Europa che aveva tentato un esperimento simile: il Lussemburgo. Il ricco principato (con 600mila abitanti) aveva stanziato 40 milioni per rendere liberi trasporti. Alla fine i soldi non sono bastati, il governo ha dovuto imporre nuove tasse. Altri balzelli in arrivo? Ecco, questa è l'unica promessa del Pd cui nessuno stenterebbe a credere.

 

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