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Alessandro Sallusti, "Carlo Calenda è un incompetente totale"

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«Tutti i fondi esteri hanno cominciato a vendere titoli italiani. Gli effetti dell'irresponsabilità di Berlusconi, Salvini e Conte e dei progetti di nazionalizzazione dell'economia della Meloni e il suo isolamento internazionale. Attenti, perché la situazione è molto pericolosa», scrive in un tweet Carlo Calenda. E se lo scrive lui che di economia dice di intendersene, se lo scrive lui che dice di non essere come quei politici ignoranti e in malafede che sparano stupidaggini a ripetizione, bè se è così c'è davvero da preoccuparsi.

E infatti io mi sono preoccupato e ho chiesto lumi a un autorevole esponente della finanza internazionale che per di più è politicamente di sinistra. Il quale non voleva credere che Calenda avesse detto una simile scemenza. Sarà un fake per screditare il povero Calenda, quindi controlla e ricontrolla. No, era proprio lui. E allora l'amico, quasi in imbarazzo, per farsi credere in poche mosse ha estratto dal suo cellulare il bollettino ufficiale della Banca d'Italia alla voce "bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull'estero" che riporto di seguito: «L'ammontare dei titoli di Stato italiani in portafoglio a investitori esteri è sceso di 2,9 miliardi di euro a giugno dopo la flessione di 11,7 miliardi registrata a maggio è quella di 17,2 miliardi di euro ad aprile».

 

Altro che Berlusconi, Salvini e Meloni: la riduzione dei titoli di debito italiani nei portafogli esteri inizia ad aprile con il governo Draghi ancora in splendida salute e non si ferma nei mesi successivi. Quindi Calenda è un venditore di pentole e la situazione in effetti «è molto pericolosa» ma per altri motivi, forse compreso quello che gli investitori internazionali avevano capito da tempo che Mario Draghi non sarebbe riuscito a cavare un ragno dal buco.

 

Peccato che il mio amico operi in assoluta riservatezza, che sia privo di account social e che quindi le fake news di Calenda circolino indisturbate nella rete. Me se ho capito bene il suo mondo, quello della finanza e dell'economia, già da tempo ha preso le misure all'aspirante leader della sinistra in salsa Gelmini. Voglio essere più preciso sulle parole usate: «Non c'è da fidarsi, è uno totalmente incompetente». E aggiungo io: pure in malafede. Carlo Calenda 

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