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Elezioni, il Pd perde e insulta gli italiani: "Come vota la gente"

Alessandro Gonzato
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Proprio non ce la fanno. Non ce la fanno a vincere le elezioni, non sopportano di non governare quando perdono, non accettano la sconfitta. La notte è terribile. Il risveglio un incubo. Schiumano rabbia, a sinistra. Enrico Letta anziché dire ai propri elettori, quelli rimasti, «scusate, è stato un disastro, me ne assumo la responsabilità e mi dimetto all'istante», inizia la conferenza stampa affermando che «è un giorno triste per l'Italia e l'Europa, ci aspettano giorni duri». Manca solo l'«ora più buia», ma arriverà. Per Nicola Fratoianni, paladino di Sinistra Italiana entrata per il rotto della cuffia in parlamento coi Verdi di Angelo Bonelli, «la prima impressione è che non è una buona giornata per questo Paese, la destra vince le elezioni, ha la maggioranza assoluta in entrambe le Camere». Già: quanto schifo fa la democrazia? Poi si corregge: «L'estrema destra». Bonelli, volto contrito e sguardo preoccupato per ciò che sarà della nazione, scuote la testa sconsolato.

 

 

 


Poi tocca a Debora Serracchiani, vicepresidente Dem spedita in solitaria dai cuor di leone del partito di fronte a decine di cronisti e telecamere al Nazareno: «È una serata triste per il Paese», sentenzia. Per poi proseguire con un'analisi che fa acqua da tutte le parti: «Con questa legge elettorale», spiega - legge elettorale che porta il nome di Ettore Rosato e creata quando il deputato era nel Pd, ma vabbè- «la destra è maggioranza in parlamento ma non è maggioranza nel Paese e questo ci dà davvero una grande responsabilità rispetto a quelli che saranno i passaggi che riteniamo molto, molto delicati per il Paese». I Dem sì che questi passaggi li avrebbero affrontati al meglio: e invece tocca a quei tre.


CONTENTI LORO
La Serracchiani aggiunge con fierezza che «il Pd è il primo partito dell'opposizione», e non è poco considerando che era la sfida era a due: è un po' come esultare quando perdi la finale di Champions. L'anno prossimo in Friuli Venezia Giulia si vota, e la Serracchiani che ne è stata governatrice dal 2013 (eletta per uno 0,39%) al 2018 quando ha capito che era meglio farsi piazzare a Roma (memorabili i corsi di sci in Carnia pagati ai richiedenti asilo) parla con l'agenzia Dire per mettere in chiaro le cose: «Dobbiamo fermare la deriva di destra, anche in questa regione». Su Rai Uno irrompe Walter Verini: «Non sempre gli italiani scelgono bene. Il popolo a volte sceglie Barabba e non Gesù Cristo». Il Letta Redentore.

 

 


GESÙ E BARABBA
E ancora, il Verini: «Noi eravamo e siamo preoccupati, la destra ha vinto ed è una destra che ha subito ricevuto le congratulazioni da Ungheria, Polonia, dai movimenti di ultradestra presenti in Spagna e Francia. Questo ci preoccupa per la nostra collocazione in Europa». E noi che pensavamo per quella in parlamento! Poi però aggiunge che il «voto dei cittadini va sempre rispettato». Sempre. La Bonino è rimasta fuori dal parlamento (+Europa non ha raggiunto il 3% e lei ha pure perso la sfida all'uninominale), chiede il riconteggio dei voti («è necessario e dovuto») e denuncia d'esser stata penalizzata dal mancato rispetto in tivù della par condicio. Calenda è un flipper impazzito e tra le tante spara che «gli italiani hanno dato una maggioranza alla destra sovranista creando una prospettiva pericolosa e incerta». 

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