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Giorgia Meloni, voci sulla manovra: cosa cambia per le nostre tasche

Smaltito l’entusiasmo per la vittoria, il centrodestra si mette già al lavoro. D'altronde, la stessa Giorgia Meloni sta trascorrendo questo post elezioni fuori dai riflettori, tra lavoro e famiglia. A confermare ciò, alcuni tra i più fidati funzionari di Fratelli d'Italia e della maggioranza centrodestra - dal sottosegretario Federico Freni, per la Lega, ad Alessandro Cattaneo per Forza Italia, a Maurizio Leo per Fratelli d’Italia - che hanno messo mano ai dossier economici e che hanno già incontrato il ministro uscente dell’Economia, Daniele Franco. La loro dichiarazione: "Dobbiamo sapere prima di tutto i numeri e, senza fare nuovo deficit, dobbiamo, però, avviare, sia pure con gradualità, la realizzazione del programma. Perché, nella essenziale cornice della tenuta dei conti, qualche primo segnale di cambiamento lo dobbiamo dare". È questa l’impostazione, secondo quanto riporta ilGiorno, che si vuole dare alla prima manovra da 50 miliardi del nuovo governo, e che si tradurrà, pur se con cautela, in tutta una serie di ingenti misure socio-economiche che sono alla base del loro programma: l’avvio del primo pezzo di flat tax, una rinnovata rottamazione delle cartelle, un solido incentivo per le assunzioni e un riordino del Superbonus.

 

 

 

 

Per quanto riguarda la flat tax - la cosiddetta "tassa piatta" - sono due le novità prospettate. Da un lato, l’aumento dell’attuale soglia di flat tax da 65 a 100 euro di ricavi, con un’aliquota che potrebbe restare al 15 per cento come è oggi o che potrebbe salire a 20 per la quota superiore ai 65 mila euro. Dall'altro lato, invece, la novità principale, cioè quella dei redditi incrementali, che riguarderà sia i lavoratori autonomi con partita Iva (ai quali la flat tax già si applica), sia i lavoratori dipendenti per gli aumenti contrattuali collettivi o individuali derivanti dai rinnovi. Si tratta di una manovra, che possiamo sintetizzare in un "più assumi, meno paghi", che sarà un vero e proprio incentivo per le imprese che assumono. Ogni nuova assunzione, infatti, determinerà per i datori di lavoro una deducibilità del costo del lavoro che potrà arrivare anche al 120-150 per cento. Per esempio, se un nuovo assunto costa 30 mila euro, l’impresa potrà dedurre come spesa fino al 150% dei 30 mila euro. Si tratta, insomma, di un potente incentivo, che potrebbe contribuire anche a snellire il bacino dei percettori del reddito di cittadinanza.