Tensioni

Virginia Raggi, "se lo fa è fuori": la minaccia interna, qui crolla il M5s

Pur dimezzando i voti rispetto al 2018, il Movimento 5 Stelle è riuscito a limitare i danni in questa tornata elettorale: merito di Giuseppe Conte, che in campagna elettorale è riuscito a rianimare un partito che era dato sotto la doppia cifra, riportandolo attorno al 16%. Nei prossimi mesi l’ex premier dovrà però gestire diverse grane, a partire da quella delle regionali in Lazio e in Lombardia.

 

 

Prossimo appuntamento elettorale che cadrà a inizio 2023 e che promette scintille all’interno del Movimento, dove non a caso ancora non hanno iniziato ad affrontare seriamente la questione. Innanzitutto c’è da capire se i 5 Stelle vorranno correre da soli o se apriranno di nuovo all’alleanza con il Pd, anche in considerazione del fatto che nel Lazio ci sono due assessori grillini nella giunta di Zingaretti. Poi c’è la bomba Virginia Raggi, che potrebbe esplodere in qualsiasi momento. L’ex sindaca non è ricandidabile con i 5 Stelle per la regola dei mandati. “Se invece si candidasse con un’altra lista civica, sarebbe fuori dal Movimento”, è il mito di Mariolina Castellone, la capogruppo uscente al Senato.

 

 

Una possibilità è che la Raggi chieda e ottenga una deroga, ma sembra piuttosto remota, anche perché l’ex sindaca fa parte del Comitato di garanzia del partito. In ogni caso per Conte non sarà facile gestire la situazione, dato che la Raggi vorrebbe correre da sola - al contrario del leader che vorrebbe aprire al Pd - e non è proprio minoranza all’interno del Movimento…