Dietro le quinte

Matteo Renzi, pizzino alla Meloni: "Se con Salvini e Cav...", l'indiscrezione di Dagospia

Chi ha permesso a Ignazio La Russa di essere eletto presidente del Senato senza i voti di Forza Italia? È il mistero del giorno, dato che i “franchi tiratori al contrario” per il momento se ne stanno ben nascosti. A sentire i leader dell’opposizione non è stato nessuno degli appartenenti alle loro truppe, ma la matematica non è un’opinione.

 

 

Senza i 18 voti di Forza Italia il centrodestra in Senato è lontano dalla maggioranza fissata a 104, quindi almeno 17 esponenti dell’opposizione hanno votato in favore di La Russa. Secondo Dagospia potrebbe trattarsi di un “messaggio diretto a Giorgia Meloni, della serie: se Berlusconi e Salvini non ci stanno a fare il governo, sappi che noi siamo qui, disponibili”. Il problema è capire chi ha inviato tale messaggio: dal terzo polo assicurano che non sono stati loro, e c’è da crederci, altrimenti Matteo Renzi avrebbe rivendicato una mossa del genere. Proprio l’ex premier è stato il primo a commentare: “Oggi in Senato abbiamo votato scheda bianca. L’elezione di La Russa nasce da un regolamento di conti interno alla destra e prima ancora dalla folle strategia delle alleanze del Pd e di Enrico Letta”.

 

 

Se Giuseppe Conte ha parlato di “primi giochini di palazzo” e di “qualcuno” che “si prepara ad una finta opposizione”, duro è stato anche l’intervento di Letta: “Irresponsabile oltre ogni limite il comportamento di quei senatori che hanno scelto di aiutare dall’esterno una maggioranza già divisa e in difficoltà. Il voto di oggi al Senato certifica tristemente che una parte dell’opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza”. Pronta la replica di Carlo Calenda: “Sì Enrico. La tua. Noi diciannove voti non li abbiamo. E siccome queste cose si vengono sempre a sapere alla fine, ti consiglio di cancellare questo tweet. Invecchierà male”.