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Carlo Nordio, lo sfogo: "Intercettazioni? Basta porcherie o mi dimetto"

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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio fa sul serio. Come è noto il Guardasigilli ha messo in chiaro un punto importante del suo programma al ministero: dare una una stretta alle intercettazioni che spesso vengono usate solo per infangare il nemico di turno. Una mossa quella di Nordio che ha subito scatenato le proteste della sinistra ma anche delle toghe "rosse" che chiedono a Nordio di fermarsi.

Il ministro di fatto ha toccato un punto che scopre il nervo della sinistra e di una certa magistratura rossa e con coraggio sta portando avanti la sua battaglia. Un coraggio che di fatto mostra la determinazione di Nordio nel portare avanti questa istanza anche a costo di dimettersi, come lui stesso ha affermato: "La diffusione "pilotata e arbitraria" di intercettazioni è una "porcheria": "non è civiltà, libertà, è una deviazione dei principi minimi di civiltà giuridica su cui questo ministro è disposto a battersi fino alle dimissioni". Parole fortissime che di fatto faranno discutere. Nordio ha poi spiegato in modo più preciso la sua posizione: "Non è vero che ho accusato i pm di aver diffuso le intercettazioni" ma "c'è stato un difetto di vigilanza", "quando usando questo strumento delicatissimo che vulnera, non vigili abbastanza per evitare che persone che non c'entrano nulla con le indagini vengano delegittimate", ha affermato illustrando le linee programmatiche.

"Il vulnus non ha colpito solo politici e amministratori, ma anche magistrati", ha ricordato, citando anche Loris D'Ambrosio, deceduto "forse perché coinvolto in questa porcheria di diffusione arbitraria". "Sono disposto a battermi fino alle dimissioni", ha ribadito. Insomma il percorso per una radicale riforma della Giustizia e soprattutto delle intercettazioni è iniziato. Per davvero. 

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