Quella strana audizione

Qatargate, Rula Jebreal e la cricca-Panzeri: la foto scatena il sospetto

Alessandro Gonzato

Che rapporti ha Rula Jebreal con la "cricca Panzeri"? E con la Ong "No Peace Without Justice" presieduta dall'arrestato Niccolò Figà-Talamanca e fondata da Emma Bonino? Perché la Jebreal, giornalista italo-palestinese e braccio sinistro del Pd, lo scorso 10 maggio è stata invitata a Bruxelles a parlare- sulla base di un documento che attacca gli Emirati Arabi nemici socio-politico-economici del Qatar, quest' ultimo dipinto come una vittima - di fronte alla sottocommissione per i Diritti dell'uomo presieduta dalla socialdemocratica belga Maria Arena la cui assistente è stata tra i primi a subire il sequestro dell'ufficio da parte degli inquirenti? E come mai la sottocommissione che Arena ha ereditato dall'allora europarlamentare dem Panzeri ha spalancato le porte a un documento di 237 pagine realizzato dall'organizzazione Droit au Droit diretta da Nicola Giovannini, dal 2009 al 2014 collaboratore della Lista Bonino e coordinatore degli affari pubblici della Ong presieduta, dicevamo, da uno degli accusati di corruzione, riciclaggio e associazione a delinquere Figà-Talamanca?

 

LA DEM MORETTI
Torniamo alla Jebreal, anzi, un attimo. Cosa ci faceva di fianco a lei l'europarlamentare del Pd Alessandra Moretti? La dem non fa parte di quella sottocommissione. Certo: da onorevole lì poteva starci, ma di solito ognuno segue le proprie commissioni. L'aula era pressoché vuota, ma la Moretti era lì a sensibilizzare sull'importanza dei diritti umani (e ci mancherebbe), a fotografare Rula che in un lapsus chiama «Ruba» e a ringraziarla. Il dossier portato in sottocommissione, a pagina 15, accusa gli Emirati Arabi Uniti di essersi «inseriti con successo nella mappa dello sport globale e nel settore dello spettacolo» grazie alle «icone pop Lady Gaga e Jennifer Lopez che si sono esibite in occasione di eventi di gala, alimentando l'idea di una società araba liberale» nonostante la «discriminazione significativa contro le donne denunciata da Human Rights». Magari è vero, ma sarebbe la stessa operazione messa in campo dal Qatar peri Mondiali: durante l'evento inaugurale gli emiri hanno schierato star come Morgan Freeman e Robbie Willliams.

 

 

Andiamo avanti. Il documento da cui prende il là la Jebreal (pagina 72) stigmatizza il fatto che il Qatar sia stato inserito solo all'85esimo posto nella classica dei diritti umani, in cui gli Emirati risultano invece 13esimi. Ora: forse c'è da discutere sugli Emirati, ma il Qatar è accusato da tutte le organizzazioni umanitarie di aver provocato la morte di migliaia di lavoratori immigrati durante la costruzione delle infrastrutture per i Mondiali. Niente: qualcuno lo voleva più in alto in graduatoria, e chissenefrega se in Qatar le donne e i gay sono considerati di serie B. A pagina 31 viene criticato l'embargo che Emirati, Arabia, Bahrein ed Egitto hanno imposto al Qatar «nonostante» Doha avesse «sostenuto le rivolte popolari in Egitto e Tunisia». E poi il Qatar, come il Marocco (il cui ruolo nel "Qatargate" sta diventando sempre più grande) ha "Gruppi di amicizia" (associazioni) «trasparenti», «non come quelli di Emirati e Bahrein». Il 10 maggio in sottocommissione c'era anche la leghista Susanna Ceccardi, che ieri in merito a quella seduta ha inoltrato un esposto al magistrato che sta indagando sul "Qatargate".

 

 

 

L'INTERROGAZIONE
«Ho sempre pensato che quella Commissione, ma non solo, avesse posizioni così aggressive soltanto per ideologia», dice a Libero la Ceccardi, «ma alla luce dello scandalo, pur confidando nella buonafede di tutti, qualche domanda è legittimo farsela. Nel 2020», continua l'europarlamentare leghista, «ho presentato un'interrogazione al vicepresidente della Commissione Ue Josep Borrell per chiedere che l'Unione Europea chiarisse i legami tra il Qatar e alcuni gruppi terroristici. Avevo chiesto se intendesse valutare la possibilità di imporre a Doha misure restrittive per limitarne l'intervento finanziario in Europa». Borrell, il 7 maggio, aveva risposto che non c'era nulla da cambiare. «Vorrei capire se la pensa ancora così», tuona la Ceccardi. Quel 10 maggio la Jebreal, per provocare la Ceccardi, aveva terminato l'intervento così: «Io capisco che alcuni del movimento di estrema destra (la Lega secondo la giornalista) sono pronti a farsi pagare da Putin...». Noi invece ci domandiamo chi abbia pagato chi per quel dossier e perché Maria Arena, che da quando si sa delle mazzette si è autosospesa dal ruolo in sottocommissione, abbia invitato proprio la Jebreal.