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Sangiuliano, la provocazione su Dante incompresa dai "colti"

Corrado Ocone
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Dante è «epicentro ideologico della trattazione del principio di nazionalità». A scriverlo è un illustre dantista, il professor Enrico Ghidetti, per anni presidente della Società Dantesca Italiana, in un prestigioso volume della Treccani. A ricordarcelo è stato Gennaro Sangiuliano in una lettera al Corriere della sera pubblicata ieri. In verità, il ministro della cultura ha portato molte altre "pezze di appoggio" alla sua affermazione, volutamente "forte" e "provocatoria" come lui stesso l'ha presentata, fatta domenica scorsa in una pubblica intervista con Pietro Senaldi: «Dante può considerarsi il padre ideologico della Destra». 

Nella lettera i colti riferimenti abbondano: da Giovanni Gentile a Norberto Bobbio, da Augusto Del Noce a Federico Chabod, da Giuseppe Prezzolini a Umberto Eco fino a Marcello Veneziani, molti e illustri studiosi hanno convenuto sul fatto, come ci ricorda Sangiuliano, che con Dante comincia ad affermarsi l'idea d'Italia; che egli va perciò considerato il padre spirituale della nazione, che l'unità spirituale da lui invocata è andata perdendosi nei secoli, che a lui e a quel che rappresenta bisogna rivolgersi per invertire il corso della decadenza morale e politica dell'Italia. Se la destra non vuole semplicemente sostituire una egemonia a un'altra ma vuole creare le condizioni per l'affermarsi di una cultura libera e nazionale, come non capire il senso delle parole del ministro, che fra l'altro non parlava ad un simposio accademico ma ad una convention di partito? 

A ben vedere, le puntualizzazioni che il ministro è stato costretto a fare non sarebbero nemmeno state necessarie se ci si fosse trovato davanti a commentatori colti e non prevenuti. Talmente in malafede, questi ultimi, che hanno dipinto il ministro come uno sprovveduto che quasi non sapesse che la distinzione fra destra e sinistra è recente: nata non nel Novecento, come egli è stato costretto a rettificare, ma all'epoca della rivoluzione francese. Il ministro si augura almeno che la provocazione sia servita a qualcuno a riprendere in mano i libri di Dante a studiarli. Quanto a noi, l'augurio è che finalmente si possa creare un pantheon della cultura nazionale avendo come bussola i grandi valori e la qualità artistica degli autori non le loro appartenenze politiche. La Destra sarà veramente Destra se sarà capace di trascendersi e parlare a nome della nazione tutta.

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