Alla frutta

Sondaggio, Pd travolto: "Perché ha stufato gli italiani"

Pietro De Leo

Il mondo va ridisegnando il proprio assetto, l'Italia affronta i contraccolpi degli stravolgimenti geopolitici in campo energetico e produttivo. E le liti nel Pd sono un rumore di fondo in quest' epoca piena di asperità. Il percorso verso le primarie, per lunghe settimane è stato più un accapiglio su questioni organizzative che un confronto per l'individuazione di un orizzonte, perso da tempo. Sì, perché il vero, grande problema del Pd è che è disallineato rispetto al Paese. L'Italia vera, quella che apre il negozio, va a scuola o combatte con i curriculum alla ricerca di un lavoro guarda da un lato e il Nazareno ha il cannocchiale puntato da tutt' altra parte.

 


Lo si ricava da un sondaggio In.Twig incentrato sulle primarie dem ma anche sulla sfera programmatica. Tra i vari quesiti, infatti, c'è n'è uno in particolare che traccia una radiografia: «Quali sono i due temi più importanti per l'Italia che il partito democratico deve affrontare?». Ebbene, secondo il campione, che comprende elettori di tutti i partiti, ci si attenderebbe che il lavoro fosse il primo tema affrontato dal Pd. Secondo il 43,9% degli interpellati, infatti, quello è l'argomento più importante. Stando al 19,8%, è invece la seconda scelta. A seguire viene l'ambiente: l'11% lo considera prioritario, mentre il 14,3% lo mette in subordine.

 

 

SORPRESA 
Ma la cosa più sorprendente della rilevazione è il posizionamento dei "diritti civili": soltanto al quinto posto, con appena il 7,1% che ritiene questo tema cruciale, e il 10,3 che lo mette come seconda scelta. È un dato politico enorme, perché attorno a questo argomento si è costruito un pilastro della missione piddina degli ultimi anni. Basti considerare il trambusto politico e parlamentare generato attorno al Ddl Zan, per l'ostinazione di Enrico Letta appena diventato segretario che non ha voluto trattare sul provvedimento ed è andato allo scontro finale in Senato, perdendo. Tra accuse, strali e richiami ad un'Italia ancorata al Medioevo. Mentre, fuori dal Palazzo, il Paese stava conducendo la campagna vaccinale e aveva la testa soltanto su come rialzarsi dal Covid, recuperare la propria vita e far ripartire le imprese. Questo è l'esempio più tangibile di come vi sia un solco tra il Pd e la società. Confermato, peraltro, anche da altri due elementi. Il primo è che i "diritti civili" addirittura sono staccati e di molto, dalla "sicurezza", tema culturalmente agganciato al centrodestra ma che comunque si piazza in terza posizione con il 7% del campione che lo considera principale anche per il Pd.

L'altro aspetto è la conduzione della campagna elettorale per le politiche da parte di Enrico Letta. Mentre gli italiani, come si è visto, si aspetterebbero il lavoro come punto programmatico qualificante, il Segretario dem impostava una corsa verso le urne sul vecchio, stantio, irreale pericolo neofascista che a suo dire sarebbe stato rappresentato da una vittoria del centrodestra. Sul piano economico, inoltre, ha rivendicato la brillante idea di una dote per i diciottenni da finanziare con una tassa di successione sui patrimoni sopra i 5 milioni di euro. Una trovata distruttiva, buttata in campo all'inizio della contesa, che ha marchiato a fuoco il Pd per tutta la campagna elettorale come partito delle tasse. 29 4, Schlein Il sondaggio In.Twig, poi, si occupa anche della prossima leadership, con una stima di voto sulle primarie. Stavolta il campione degli interpellati si restringe , a coloro che non escludono di partecipare a quella consultazione. Nello scenario con i 5 candidati arriverebbe primo Stefano Bonaccini con il 46%, a seguire Elly Schlein con 29, poi Gianni Cuperlo e Paola De Micheli con 11 e infine Antonio Guizzetti con il 3. In uno scenario a 2, invece, netta vittoria di Bonaccini su Elly Schlein per 65 a 35. Un risultato che appare quasi scontato. Molto meno lo sarà invertire il processo di allontanamento tra Pd e il cuore vero dell'Italia.