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Gianni Agnelli, Mattarella: "L'azione sulle classi dirigenti"

Nel ventennale della morte di Gianni Agnelli, all'anagrafe Giovanni Agnelli, anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, si spende nel ricordo Dell'Avvocato. E lo fa con parole pesanti, pregne di significato, che si prestano a riflessioni e discussioni. "Giovanni Agnelli è stata una personalità assurta a simbolo dell'imprenditoria italiana negli anni della grande crescita economica e sociale del nostro Paese, in una fase di distensione assicurata dalle istituzioni multilaterali e in particolare dal rafforzamento di quelle europee e dal legame occidentale. Nel ventesimo anniversario della sua morte, il ricordo della sua autorevolezza, con l'azione che seppe esercitare sulle classi dirigenti, sull'intera società, con la sua influenza nel contesto internazionale, sollecita tutti a un confronto esigente", scrive Mattarella in un intervento su Repubblica. Notevole il passaggio sull'"azione che seppe esercitare sulle classi dirigenti", riconoscendo ad Agnelli un ruolo nella storia del nostro Paese che, nei fatti, è innegabile.

E ancora: "La sua esperienza nei più diversi consessi internazionali lo portò a sollecitare l'attenzione degli attori politici e del mondo produttivo sulle vaste trasformazioni in atto e sulle conseguenze della globalizzazione, puntando ad unire obiettivi dell'impresa e progresso della società, puntando a una condivisa 'governance' del 'mondo largo' ", scrive tra l'altro il capo dello Stato. "Ne dà testimonianza il suo ultimo intervento pubblico, a Palazzo Giustiniani, un anno prima della sua scomparsa: Per secoli - disse Agnelli in quella conferenza - gli uomini hanno pensato che un destino diverso da quello altrui attendesse ogni comunità nazionale. E perché questo destino si avverasse non hanno esitato ad utilizzare gli strumenti, anche i più cruenti, della conquista e del predominio", ricorda il presidente della Repubblica.

"Oggi, la compagine mondiale ha fatto sua la convinzione che si può percorrere un cammino comune, nel reciproco rispetto e nella reciproca valorizzazione. Ha fatto sua la convinzione che esiste un destino comune nel conquistare insieme l'affrancamento da ogni genere di povertà e privazione materiale e immateriale", aggiunge il presidente della Repubblica. "È un mondo che la comunità internazionale si era impegnata a realizzare. Rileggere queste parole di speranza oggi, mentre l'Europa è tornata a essere teatro di guerra, di aggressione contro la libertà dei popoli, può indurre a un sentimento di scoramento. Ma quel messaggio richiama, altresì, prepotentemente alla fiducia, perché contiene aspirazioni autentiche dell'umanità che lo rendono ostinatamente attuale", conclude Sergio Mattarella.