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Conte, bomba in Procura: "Perché i pm puntano su di lui"

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L’inchiesta della Procura di Bergamo sulla mancata zona rossa in Valseriana e sull’aggiornamento “dimenticato” del piano pandemico sta proseguendo nel silenzio, ma questo non vuol dire che finirà nel vuoto. Anzi, stando a quanto riportato da Il Giornale, dalla Procura trapela che gli indagati sarebbero una ventina, tra i quali ci sarebbe anche l’ex premier Giuseppe Conte. Qualche anticipazione sulla chiusura delle indagini è stata data da Antonio Chiappani, procuratore capo di Bergamo. 

 

 

Ha infatti parlato di “gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia”. A finire nei guai sarebbero quindi anche Conte e il suo governo giallorosso, che non avrebbero agito nel modo migliore causando un raddoppio della mortalità legata al Covid nella Bergamasca. L’ipotesi della Procura si baserebbe anche su una serie di documenti interni a Palazzo Chigi, ministero della Salute e Comitato tecnico scientifico. Il Giornale cita chat e sms che “si sono vorticosamente scambiati nella prima fase della pandemia membri dell’esecutivo e dirigenti del ministero della Sanità e soprattutto sulla relazione di Crisanti, che cristallizza l’omissione”.

 

 

Il vero problema di Conte sarebbe da ricercare nel fatto che la responsabilità del mancato aggiornamento del piano pandemico e della mancata chiusura della Valeriana sia da ricondurre a Palazzo Chigi. Lo dimostrerebbe il dietrofront sull’esercito tra Nembro e Alzano Lombardo. “Il 4 marzo 2020 - ricorda Il Giornale - i militari, che agivano in qualità di ‘agente di pubblica sicurezza’, arrivano e se ne vanno. Chi non firmò? Conte”.

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