Priorità

Sallusti e le parole di Giorgetti: non mettiamo l'economia al 41-bis

Alessandro Sallusti

Siamo i primi a non sottovalutare il caso Cospito sia per le sue possibili conseguenze politiche - la premier Giorgia Meloni ha dovuto intervenire personalmente nell’aspro dibattito - che per eventuali strascichi sociali (gruppuscoli di anarchici stanno facendo casino in varie città). Ma, detto questo, condivido quanto sentito ieri dalla viva voce del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a una colazione con il fior fiore dell’imprenditoria bergamasca, che produce una parte non marginale del Pil nazionale.

Riassumo con parole mie, ma soprattutto con quelle sentite dai commensali: ora anche basta con queste perdite di tempo ed energie, i problemi del Paese sono ben altri e non hanno nulla a che fare con il destino personale dei bombaroli su cui si stanno accapigliando politici e media. Fuori dai palazzi il Paese reale ha altre preoccupazioni e priorità. Con mia sorpresa non si lamentano, probabilmente per rassegnazione, della pressione fiscale bensì di due cose: ancora troppi lacci burocratici, mancata difesa dalla concorrenza sleale che sta per piombare addosso alle nostre imprese.

 

In sintesi: il governo americano, preso atto che covid, guerra e inflazione sono un problema per le aziende, ha varato un grosso piano di aiuti di Stato per sostenere la propria economia, la Cina non parliamone mentre l’Europa come al solito tentenna. Giorgetti l’ha ben spiegato agli imprenditori: se non otteniamo più flessibilità sui conti e ci costringono a rimanere negli attuali vincoli di bilancio, bè allora non vi aspetta un bel periodo perché i vostri concorrenti avranno aiuti e vantaggi che voi non avrete. Lo stato dell’arte è che Francia e Germania questa libertà la vorrebbero solo per gli Stati membri con certi parametri virtuosi (cioè solo per se stesse) e i Paesi del nord non la vorrebbero per niente (hanno imprese irrilevanti e quindi altri problemi), insomma come al solito l’Italia si ritrova con la strada in salita a dover trattare.

Ecco, in un Paese normale il governo dovrebbe occuparsi a tempo pieno di risolvere questo problema, cioè di chi produce e manda avanti la baracca. E invece la sinistra ci inchioda a parlare e litigare su tale Cospito, uno che agli imprenditori vuole sparare, anzi ha già sparato una volta. Povero Giorgetti ma anche poveri noi.