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Cutro, striscioni e peluche: il flop della protesta in piazza

Andrea Valle
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Uno striscione con la scritta “Non nel mio nome”. Alcuni peluche gettati a terra, per simboleggiare i bambini morti nel naufragio. Qualche coro - «Assassini!» all’arrivo dei rappresentanti del governo. In totale, una ventina di persone in piazza a Cutro contro il governo. Più numerosi i cittadini accorsi per vedere l’arrivo dei ministri, e per applaudire il presidente del Consiglio. Sabato pomeriggio è prevista una nuova manifestazione nazionale dal titolo "Fermate la strage, subito", organizzata dal tavolo Asilo e immigrazione, dalla rete 26 Febbraio, dalle ong impegnate in operazioni di ricerca e soccorso, sindacati e tante altre associazioni locali e nazionali.Previsto se non altro un numero maggiore di presenti.

 

 


Gli abitanti accorsi ieri in piazza hanno spiegato così la loro presenza: «Questa è una terra di emigrati e sappiamo cosa vuol dire lasciare la propria terra. La nostra è una manifestazione pacifica ma non ci vogliono qui, nonostante il permesso della questura. Vogliono relegarci in un vicolo ma non ci sposteremo. Dovranno prenderci di peso». Secondo i presenti, «la drammatica assenza di canali sicuri e legali di accesso al territorio europeo obbliga chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà a rischiare la vita. L’obiettivo è sollecitare un'inversione di rotta delle politiche migratorie in Italia e nell’Unione europea». Alcuni hanno lanciato dei peluche contro le auto del governo.

 

 

 

Intanto, giovedì mattina sono apparse alcune scritte contro il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sui muri di Cutro. I messaggi: «Cutro non difende Piantedosi» e «Il governo arriva, i morti rimangono». Nel giro di poche ore le scritte sono state cancellate. Nel frattempo, ieri sono state trasferite in Emilia-Romagna le prime bare di alcune vittime, i cui famigliari hanno dato il via libera alla sepoltura nel cimitero islamico di Bologna.

 

 

 

La sepoltura si terrà oggi pomeriggio alle 15 in forma privata. Le esequie saranno officiate da Yassine Lafram, presidente dell'Unione delle Comunità islamiche d'Italia (Ucoii); alla cerimonia parteciperà anche Matteo Lepore, sindaco di Bologna, e Igor Taruffi, assessore emiliano-romagnolo alle Politiche per l’immigrazione. I famigliari sono stati accolti in una struttura ricettiva messa a disposizione dal Comune di Bologna.

 

 

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