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Giuseppe Conte, "perché sono senza voce": imbarazzo alla Camera

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"Scusate per il tono basso, ma ho perso ieri la voce, dando voce agli esodati del superbonus che erano a poche centinaia di metri da qui, in preda alla disperazione e alla rabbia per non essere da lei ascoltati". Un Giuseppe Conte quasi afono inizia così il suo discorso alla Camera, in risposta all'intervento della premier Giorgia Meloni sul Consiglio europeo del 23 e 24 marzo. Un mezzo capolavoro di populismo di sinistra, quello del leader del Movimento 5 Stelle, visto che dopo pochi minuti proprio Conte accuserà il governo di propaganda e patriottismo d'attacco. Da che pulpito, ha commentato qualche deputato in aula.

"Le devo riconoscere - è l'attacco frontale di Conte alla Meloni - che lei la faccia ce la mette, ma è una faccia di bronzo" come quella che lei ieri in Senato "ha detto di mettere sulle armi" da inviare in Ucraina. "Lei sta portando l'Italia in guerra esibendo un piglio coraggioso", "della guerra ha parlato il suo maitre a penser, Viktor Orban", mentre "l'unica via alternativa è quella politica". "Ci state trascinando di gran carriera in guerra, non possiamo più sostenere ulteriori forniture militari" all'Ucraina, ribadisce imperterrito l'ex premier. "Il suo governo, mi dispiace dirlo, è la brutta copia di quello di Draghi. Le armi, da difensive, sono diventate sempre più offensive. Non possiamo sostenere ulteriori forniture militari e invitiamo tutto il Parlamento a uscire da questo equivoco". Parole che hanno creato un certo imbarazzo anche nel Pd di Elly Schlein, che invece sostiene nonostante qualche mal di pancia la linea filo-Nato e filo-Kiev sposata assai convintamente dall'ex segretario dem Enrico Letta.

Stessa musica da Conte anche sul tema dei migranti. "Questo è patriottismo d'accatto - è l'attacco dell'Avvocato alle parole della Meloni in aula -. La dura realtà è più forte della propaganda. La dura realtà l'ha schiaffeggiata, presidente. Con voi, a Palazzo Chigi, gli sbarchi sono triplicati. La verità è più forte delle bugie". Quindi la risposta personale alla polemica innescata ieri a Palazzo Madama dalla premier: "Lei ha avuto l'audacia di dire che preferirebbe dimettersi piuttosto che andare in Europa come ci sono andato io. È inutile ricordarle che il mio governo è andato in Europa e ha portato a casa 209 miliardi. Lei non ha portato nulla e rischia di farci perdere i soldi del Pnrr". 

 

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