Meglio tacere

Joseph Stiglitz, il Nobel che sputa veleno sull'Italia: "No so nulla, ma..."

Sandro Iacometti

E noi ingenui che pensavamo fosse la solita propaganda della sinistra. Altro che Giuseppe Conte e Mario Draghi.Il Pnrr non è nato male, né ha dovuto fare i conti con la storica incapacità della burocrazia italiana di spendere i fondi. No. Inutile continuare a ciurlare nel manico: a fare pasticci sul Recovery è stato il governo guidato da Giorgia Meloni. E basta. Parola di premio Nobel per l’Economia. Insomma, bisogna alzare le mani.

Apuntare il dito contro le manchevolezze dell’esecutivo stavolta non è il solito professorino di area o qualche intellettuale organico in malafede, ma nientepopodimeno che Joseph Stiglitz, docente alla Columbia University, ex vicepresidente della Banca mondiale, ex consulente della Casa Bianca con Clinton, insignito del prestigiosissimo riconoscimento dell’accademia di Svezia nel 2001. In altre parole, uno a cui non la si fa. E se Stiglitz dice che il governo «ha mostrato un alto livello di incompetenza sul Pnrr» significa che avrà fatto i suoi studi, consultato dossier e documenti. O no? Già, perché a sentire quello che ha detto ieri al Festival dell’Economia di Trento qualche dubbio viene. Anzi, viene addirittura il sospetto che si sia confuso col Salone del Libro di Torino, dove se non insulti un po’ il centrodestra non sei nessuno.

 

 

ANTICAPITALISMO
Sentite qua: «In tutta onestà non sono a piena conoscenza dei particolari dell'economia italiana. Ma penso che uno dei problemi è che l'attuale governo sembra avere mostrato un alto livello di incompetenza nel dimostrare di essere in grado di gestire i fondi che l’Europa ha fornito».
Ma come? Se non conosce l’Italia come fa a sapere che l’esecutivo è un branco di pecoroni? E non è finita, perché secondo il guru mondiale dell’anticapitalismo e della lotta alle diseguaglianze (ovviamente alimentate dal neoliberismo) «l’alto livello di incompetenza» dei nostri ministri avrà conseguenze precise. «Continuare», ha proseguito l’esimio professorone americano, «con questa incompetenza amministrativa (aridaje, ndr), e lasciamo perdere qualunque altra cosa sul governo, renderà la recessione più probabile».

RECESSIONE
Eccola là. Se il pil dell’Italia scende, sapremo con chi prendercela. Quello che incute più timore, però, è il non detto. Che significa quel «lasciamo perdere»? Perché Stiglitz non vuole rivelarci a quali altre conclusioni scientifiche è arrivato? Sarà mica che ha paura di influenzare le agenzie di rating e la comunità finanziaria internazionale? Eh sì, perché nessuno potrebbe pensare che un Nobel spari giudizi a vanvera come fosse un militante del Pd o un ultrà Cinquestelle. A nessuno verrebbe in mente che un economista di fama mondiale possa mettersi a gettare fango su un governo solo perché è di centrodestra. O forse sì? Del resto nel 2013 Beppe Grillo si vantava di aver fatto scrivere proprio a lui il programma economico dei pentastellati. Notizia probabilmente non vera, ma quando dalle urne usci il famoso “triello” il prof invitò M5S a raggiungere un accordo per andare al governo. Alla Columbia University allora non ci fecero troppo caso. Ma lo scorso maggio il Nobel ha accettato che il suo nome venisse inserito tra quelli di spicco della nuova scuola di formazione lanciata da Giuseppe Conte. Forse qualche domanda dovrebbero iniziare a farsela.