Pd, siamo alle comiche: "Sconfitta? Abbiamo preso Gorgonzola e Arese"
«Saremo premiati dagli elettori che non vogliono il centrodestra. Ne sono convintissimo...». Che poi, infatti, s’è visto. Pare che, durante il programma Coffee Break a La7, nella richiesta di un pronostico sull’esito dei ballottaggi amministrativi, l’ineffabile capogruppo lombardo del Pd Pierfrancesco Majorino, avesse elevato il presagio di cui sopra, dopo la lettura dello psicoterapista Paul Watzlawich sulle «profezie che si autoavverano». La tecnica è semplice. Chiudi gli occhi, inspiri e ripeti: «Oggivinciamo, oggi vinciamo, oggivinciamo...» come facevano i giapponesi a Hiroshima. Solo qualcosa non deve aver funzionato. La debacle alle urne del centrosinistra è stata devastante: 10 a 3 città espugnate, con un nugulo di cadaveri politici a galleggiare nel mare dello scontento della Schlein. L’autoprofezia non s’è avverata. È è rimasta la psicoterapia.
MILLE ACROBAZIE
Se Elly Schlein ha faticosamente ammesso la sconfitta, molti dei suoi l’hanno criticata; e solo pochi indomiti miliziani si sono prodotti in acrobatiche prestidigitazioni elettorali, onde deviare l’attenzione dall’abisso del partito. L’eroismo di tali indomiti merita quest’articolo. Lo stesso Majorino, per dire, ieri affermava che «il risultato in Lombardia è davvero confortante. Vinciamo in tutti e quattro i Comuni andati al ballottaggio. Questo risultato, frutto del grande lavoro fatto e della serietà delle nostre proposte, ci dà, nei nostri territori, ancora più ossigeno». Ossigeno. Risultato confortante. Mah. Davide Baruffi, responsabile Enti locali del Pd, parlava degli «ottimi risultati di Torre del Greco e di Cologno Monzese»; e poi, alla sollecitazione di un commento sul tamburo, ecco la nostalgia: «Due settimane fa eravamo il primo partito in tutte le città davanti a Fratelli d’Italia...». Due settimane fa è un’eternità. Idem per il segretario Pd Piemonte Domenico Rossi: «La netta vittoria di Rocchino Muliere a Novi Ligure e il buon risultato di Giovanni Minò a Pianezza confermano il trend positivo per il Pd. Un risultato che acquista ancora maggiore valore nel contesto nazionale». E noi tutti lì a cercare di capire chi diavolo siano Muliere e Minò, le nuove versioni schleiniane di Mazzini e Silvio Pellico.
Il mio amico Francesco Boccia, politico d’indubbia abilità e nume tutelare di Elly, consegnava in diretta a L’aria che tira, nelle accoglienti mani di Myrta Merlino la lista dei consiglieri comunali del Pd in maggioranza in Italia, «molto più di Fratelli d’Italia». Dopodiché – pur riconoscendo la sconfitta-Boccia aggiungeva che «ho visto commenti trionfalistici.
Ma chi pensa che il sindaco uscente di Pisa abbia vinto grazie al decreto rave o al decreto Ong sbaglia. Vorrei ricordare che noi a giugno del ’22 vincemmo ovunque e tre mesi dopo perdemmo male le politiche. E che Elly Schlein si è insediata il 12 marzo. Non c’è stata un’alleanza decisa dalla nuova segreteria e le liste del Pd erano di fatto già chiuse».
La stessa tesi sul tema (le candidature sono state fatte prima di Elly, la colpa è dei predecessori) si faceva strada nei discorsi del succitato Baruffi: «Queste liste erano state fatte quando la nuova segretaria si è insediata», insisteva Baruffi. E poi: «Nelle alleanze bisogna crederci, il fatto che Conte non abbia accettato di chiudere da nessuna parte la campagna elettorale con Schlein, lo giudico un limite». Medesimo concetto veniva rimarcato dal sindaco di Milano Beppe Sala: «Ha senso imputare alla nuova segreteria del Pd una sconfitta a due mesi dal suo insediamento? Il Pd nei maggiori Comuni supera il 20%. Ma non può badare soltanto al suo risultato elettorale.
Perché poi perde, e perde perché non c’è la coalizione». No coalizione, no party. Ergo, la colpa sarebbe anche un po’ di Giuseppe Conte. Il quale Conte- conscio del fatto che dove ha corso con Schlein ha perso o s’è rivelato esizialein effetti rifiuta ogni tentativo di «campo largo». E, difendendo la propria irrilevanza, risponde: «Non si vince perché ci si ritrova per qualche ora sul palco...». Colpa del palco. Assai soddisfatta appariva pure la deputata e segretaria metropolitana Pd Silvia Roggiani: «Le cittadine e i cittadini di Arese, Cologno Monzese e Gorgonzola (dove il Pd ha vinto, ndr) ci hanno premiato». Si riparta da Gorgonzola. Meravigliosii commenti elettorali di Roberto Fusco candidato del centrosinistra sconfitto a Brindisi (M5S, Pd e liste civiche) da Pino Marchionna, già sindaco nei ‘90, durante il grande sbarco degli albanesi. Dice Fusco: «Brindisi ha sofferto per il carbone però ha avuto i posti di lavoro. Qualcuno evidentemente ha creato paura sulla perdita dei posti di lavoro, in una situazione già di crisi perché quel mondo del fossile è andato già in crisi». In Puglia la colpa è del fossile. E mentre Il Fatto Quotidiano fa un’analisi sui voti persi (mi sono perso anch’io nel ragionamento), l’uomo più contattato è Giacomo -«Giacomino» lo chiama Boccia- Possamai, neosindaco 31 enne di Vicenza. L’unico vincitore dem: aveva chiesto ad Elly di non farsi vedere in campagna elettorale. Oggi è il simbolo del partito. Significherà pure qualcosa...