Il caso

Bahja Pool Party, l'interrogazione di Laura Ravetto: "Preoccupazione per l'assenza di sicurezza"

Dopo il caso del Bahja Pool Party, la festa in piscina a Limbiate risrevata solo a donne musulmane, sono scoppiate non poche polemiche. Di fatto un acquapark che chiude l'accesso e lo riserva solo a donne di fede islamica è del tutto inusuale. Così la parlamentare della Lega, Laura Ravetto, ha presentato una interrogazione al ministro dell'Interno e al ministro del Lavoro: "L’evento è sponsorizzato dal sito bahja.it e promosso dal 21 maggio su varie piattaforme social, tra cui Instagram, Tik Tok, e Facebook, assumendo quindi, nonostante appaia un evento privato, una rilevanza ormai nazionale, tale da far notizia per diversi quotidiani; su tali piattaforme, oltre a pubblicizzare i costi dei biglietti e dei mezzi di trasporto organizzati da diverse città per raggiungere l’acquapark, si enfatizza molto sull’assoluta riservatezza ad esso riservata; di contro sono riportati pochi dettagli dell’evento, a parte la durata dalle 8 di mattina fino alle 20 di sera; specie sulla riservatezza, si sottolinea il divieto di foto e video, nonché il fatto che “non ci sono palazzi alti vicino alla località”, ma soprattutto si rimarca che non ci saranno telecamere di sorveglianza a vigilare sull’evento, perché saranno spente per l’occasione; il messaggio pubblicitario punta molto sulla circostanza che tale evento sia organizzato e riservato alle sole donne mussulmane che, come promette la pubblicità, 'quindi, in generale, potranno stare senza hijab' in piscina e con slogan del tipo “libera di divertiti” e una “giornata di sole libere dagli sguardi indiscreti”;

l’assenza di qualsiasi strumento di vigilanza non può che destare forte preoccupazione visto che la struttura è dotata di quattro piscine e oltre duemila metri quadrati di parco e stante che l’evento è aperto anche ai minori (con ingresso ridotto a 15 euro per le bambine fino a 9 anni e gratuito per le più piccole), senza peraltro avere alcuna idea del numero di persone che parteciperanno", afferma Laura Ravetto.

Che poi aggiunge: "Secondo quanto riportato dalla stampa la giornata è riservata anche alle bambine musulmane con il rischio di trasmettere alle stesse, anche attraverso un’occasione di svago, un messaggio di segregazione e di sottomissione a regole diverse rispetto a quelle dei propri coetanei; per l’interrogante tali iniziative e messaggi contrastano pienamente con le politiche di integrazione delle donne musulmane nella nostra società, configurando, invece, un pericolosissimo processo discriminatorio, di emarginazione ed esclusione sociale attuato ai danni delle donne e delle battaglie di civiltà che con coraggio e forza stanno portando avanti per far valere la propria libertà e i propri diritti; quali azioni intendano assumere, ognuno per propria competenza, nei confronti dell’iniziativa illustrata in premesse sotto il profilo del rispetto delle norme in vigore in tema di sicurezza e dei percorsi di integrazione e tutela dei diritti delle donne musulmane". Il caso è aperto e la Lega fa sentire la sua voce.