Sinistra ossessione

Elly Schlein, tasse su eredità e case: ecco il piano fiscale del Pd

Il piano fiscale del Pd è contenuto in quattro pagine. Titolo: Legge delega di riforma fiscale, le principali proposte di emendamento del Partito Democratico. Sono queste le proposte dem che poi si tradurranno in emendamenti alla delega del governo.  Emendamenti che, perla logica dei numeri, difficilmente passeranno. Ma sono interessanti perché mettono un altro, decisivo mattone nella costruzione del “nuovo Pd” targato Elly Schlein. E aiutano a mettere a fuoco la proposta che il Pd fa agli italiani, nell’ottica di poter, un giorno, tornare al governo del Paese. Doveva essere questo il contenuto della conferenza stampa che ieri la segretaria dem ha tenuto nella sala stampa di Montecitorio, affiancata dalla capogruppo del Pd, Chiara Braga, da Antonio Misiani e da Cecilia Guerra. In realtà, per gran parte del tempo si è parlato della proposta del governo, smontandola pezzo per pezzo, come è normale faccia un partito dell’opposizione: «aumenta le diseguaglianze» (Antonio Misiani), «non affronta i problemi del fisco» (Chiara Braga), «strizza l’occhio agli evasori» (Elly Schlein). 

CHE FARE?
Esaurita la pars destruens, i giornalisti presenti hanno incalzato sulla costruens. Ma la patrimoniale, la volete o no? Guerra risponde che il problema non si pone ma giusto perché la legge delega «non tocca minimamente il tema». Dunque, anche volendo, il Pd non avrebbe potuto proporla perché un emendamento del genere sarebbe stato dichiarato inammissibile. E comunque, aggiunge, «in Italia esiste già la patrimoniale». Ciascun bene, osserva, è tassato, fatta eccezione per la prima casa. Dunque intervenire, non sarebbe una eresia. «L'unica cosa che siamo riusciti a fare», spiega, con esplicito rammarico, «è mettere la riforma del catasto» per «riportare un po’ di ragionevolezza» su rendite parametrate a 50 anni fa. Interviene, un po’ preoccupato, Misiani per chiarire che no, «non c'è alcuna proposta di nuova imposta patrimoniale» tra gli emendamenti del Pd, c’è, invece, «una riflessione su un riequilbrio delle rendite catastali» e un «riordino» in tema di tassazione delle rendite. Volete aumentare la tassa sulle successioni? No, risponde di nuovo Misiani, «l'unica indicazione che diamo è di renderla maggiormente progressiva». 

 

Perché oggi «l’eredità di un milionario» conta come quella di un normale risparmiatore. E subito il retropensiero dei presenti è: più tasse. Lo intuisce Schlein che interviene per spiegare che lo scopo del Pd è «abbassare le tasse sui lavoratori dipendenti e i pensionati e sulle imprese». Poi, certo, «se c’è una parte su cui poter intervenire è quella dei redditi da capitale e delle rendite, dove le aliquote sono sensibilmente più basse». Per capire meglio, conviene rifarsi al documento messo a punto dal gruppo dem alla Camera. In tutto, le proposte sono dieci. La prima riguarda l’Irpef. L’idea è di introdurre un sistema duale: in Irpef solo i redditi di lavoro e per tutti gli altri (e cioè quelli derivanti dall’impiego di capitale) una sola aliquota. Gli attuali scaglioni verrebbero sostituiti da un sistema progressivo «ad aliquota continua» sul modello tedesco. Ovviamente sarebbe cancellata ogni flat tax. 

STANGATE DAI COMUNI
La seconda proposta riguarda la finanza territoriale: si prevede che i redditi con imposta sostitutiva – che ora non pagano le addizionali per Comune e Regione - inizino a pagarle. Per quanto riguarda l’Ires, si propone una «razionalizzazione e stabilizzazione degli incentivi per gli investimenti, la formazione, la ricerca». Cancellato il concordato preventivo biennale, si stabilisce di sostituirlo con la precompilazione delle dichiarazioni fiscali. No, poi, alla selettività della riscossione, prevista nella delega. Lo Stato deve riscuotere tutti i crediti senza se e senza ma: «no alla pianificazione fiscale» e no «alla stabilizzazione a dieci anni perla riscossione con rateizzazione». 

Scontato il no ai condoni di ogni tipo e il sì a misure contro l’evasione dell’Iva. La parte più interessante, però, arriva con le ultime tre proposte. Primo, riprendere in mano la riforma del catasto, «con riferimento ai valori di mercato degli immobili». Una riforma che Draghi aveva provato a fare, ma che era stata stoppata proprio da Fi e Lega. Secondo, aumentare la tassazione dei redditi finanziari. Non si specifica di quanto, ma si spiega che il Pd è contrario alla «compensazione fra redditi di capitale e minusvalenze senza limiti che genera fenomeni diffusi di elusione fiscale». Infine, l’imposta di successione: «Proponiamo di aumentare il grado di progressività dell’imposta sulle successioni e donazioni».