Fare attenzione

Pier Silvio Berlusconi e quel buco al centro che nessuno occupa

Pietro Senaldi

Nella politica italiana c’è un buco al centro ma chiunque prova a occuparlo ci casca dentro e sparisce. Renzi e Calenda hanno fondato l’alleanza (elettorale) dei moderati, né con il centrodestra né con il Pd, manco quello di Letta. Idem li disdegnano in quanto traditori, azzurri e aspiranti conservatori ne diffidano parecchio, eppure manco loro riescono a costruire una leadership centrista. I due non riescono a separarsi, perché ciascuno vorrebbe che fosse l’altro a lasciare il gruppo parlamentare e le relative prebende, però nessuno ha la forza di farlo.

Nei corridoi dei palazzi e nel cuore degli elettori però la coppia è già divisa: per quante arie di competenza ed equidistanza si dia, Calenda casca sempre a sinistra, perché a Roma o sei di destra o lì stai e quello di Azione resta un leader da raccordo anulare. Renzi invece sta con se stesso, come sempre, e siccome a dare le carte ora è il centrodestra, dove dovrebbe guardare l’ex premier?

La politica italiana dopo la Prima Repubblica è così: chi parte dal centro, o sparisce o finisce inglobato in uno schieramento o finisce prima di iniziare. Perfino Berlusconi, che era un leader universale, erede di Democrazia Cristiana, socialisti e liberali, ha dovuto scegliere e per il resto è stato definito a contrario dalla sinistra, non solo quella comunista che lui sfidò scendendo in campo.

 

Ora che è palese che il centro è senza leader, perché inadatti o bruciati, che Calenda e Renzi non riescono a prendere l’eredità di nessuno, neppure di loro stessi, e che con la Schlein il Pd ha perso anche ogni parvenza terzista, resta Forza Italia a tenere alto il baluardo della rappresentanza moderata. Per la verità ci sarebbe anche il partito conservatore che la premier Meloni sta cercando di costruire, sembrerebbe senza aggredire gli azzurri, per non terremotare la maggioranza e perché finora le va bene così. In questo scenario piomba in mezzo al Tg5 il sondaggio secondo il quale gli elettori forzisti gradirebbero che Pier Silvio Berlusconi prendesse (anche) l’eredità politica del padre Silvio. 

Un segnale di discesa in campo? Sarebbe azzardato e alquanto prematuro pensarlo ma non può essere una notizia causale, anche perché il suddetto confessa di essersi scoperto, a sorpresa, non indifferente all’agone politico. Le scelte fatte nei palinsesti dell’informazione Mediaset ne confermano l’attenzione all’attualità e l’intenzione di dare voce e spazio non solo al centrodestra ma anche a posizioni più moderate, pure dichiaratamente di sinistra. Il buco per ora resta, ma non è detto che prima o poi non sarà riempito.