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Elly Schlein, cosa c'è dietro alle sue vacanze top secret

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Fabio Rubini
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Quello tra Elly Schlein e le vacanze è un rapporto piuttosto complicato. O almeno lo è da quando ha deciso di avere un ruolo pubblico di primo piano. I lettori più attenti ricorderanno che già ad aprile, subito dopo la sua elezione a sorpresa a capo del Partito democratico, aveva creato sgomento la sua scelta di prendersi un periodi di vacanza «perché sono stanca e devo ricaricarmi». Una decisione che aveva scatenato una valanga di polemiche tutte (o quasi) provenienti dall’area di sinistra. Una specie di “fuoco amico”, con i «cacicchi e i capibastone» (cit.
Elly) attoniti a domandarsi che linea avrebbe preso il partito sotto la nuova guida.

Memore forse di quelle critiche, quest’estate Elly sembrava aver fatto una scelta completamente diversa. Era giugno quando la leader del Pd diceva ai cronisti: «Le mie vacanze? Non lo so» e lanciava «l’estate militante» del Pd. E ancora pochi giorni fa, era il 3 di agosto, mentre la politica commentava le cene e le vacanze degli altri leader lei, l’indefessa segretaria dem, nel portare avanti la sua battaglia sul salario minimo, spiegava al governo che aveva deciso di posporre il dibattito a settembre, che «la povertà non va in vacanza».
Nel frattempo Elly deve aver cambiato idea un’altra volta. Perché se «la povertà non va in vacanza», lei che certo povera non è, invece è partita. Per dove? Mistero. Nessuno lo sa e lei, pare, lo ha rivelato a pochissime persone.

 

 

Resta da capirne il motivo. Qualcuno dice che la leader dem sia partita per la sua amata Svizzera, sua terra natale, e che non voglia farlo sapere perché le vacanze lì non sono esattamente a misura di salario minimo. Altri pensano che si sia ritirata in qualche luogo esclusivo sempre per portafogli capienti. In entrambi i casi, diciamolo con franchezza, non ci sarebbe nulla di male. Ognuno le vacanze le fa dove vuole e con chi vuole e spende quello che ritiene opportuno, senza che nessuno faccia loro i conti in tasca. Per questo fatichiamo a capire il motivo per il quale la Schlein voglia mantenere segreto il luogo della sua villeggiatura. Quasi avesse chissà che cosa da nascondere. Forse il riserbo sta nella consapevolezza che la sinistra sulle critiche alle vacanze e ai comportamenti altrui ci ha fatto più di una campagna elettorale. Lo sa bene Matteo Salvini prima bersagliato per le sue giornate in spiaggia al Papete, poi perché si mostrava in costume da bagno in spiaggia... O Giorgia Meloni più volte criticata per la scelta di portare con sé la figlia durante i viaggi di Stato. E visto che all’interno del Pd il malcontento nei confronti della segretaria monta sempre più, Elly avrà pensato che un po’ di prudenza non avrebbe guastato...

 

 

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