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Sciopero, la Commissione di garanzia gela Landini: "Va cancellato"

Fabio Rubini
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Maurizio Landini dovrà farsene una ragione. Lo sciopero dei trasporti di 24 ore proclamato per venerdì prossimo, non è stato convocato regolarmente e dunque ha ragione il vicepremier Matteo Salvini a volerlo precettare. A dirlo è la “Commissione di garanzia dell’attuazione delle leggi sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali”, che ieri ha inviato una lettera a Cgil e Uil nella quale contesta due scorrettezze nella proclamazione dello sciopero. In particolare la Commissione contesta il «mancato rispetto della regola della rarefazione oggettiva», in riferimento agli scioperi «precedentemente proclamati nei settori del trasporto aereo e dell’igiene ambientale e all’articolazione oraria per il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco».
In pratica la Commissione dice ai sindacati che stanno facendo troppi scioperi in quei settori. La seconda contestazione fatta ai sindacati Cgil e Uil riguarda il «mancato rispetto della regola della durata massima della prima azione di sciopero», per quanto riguarda i Vigili del Fuoco e il trasporto pubblico locale e ferroviario. Precisando che nel primo caso dovrà essere al massimo di 4 ore e nel secondo al massimo di 8 ore.

In sostanza, come già aveva detto Salvini, non si può bloccare un Paese per 24 ore per capriccio. Infine la Commissione di garanzia, invita gli organizzatori dello sciopero a rimodularlo e a riformularlo «in conformità alla legge e alle discipline di settore, dandone comunicazione anche alla Commissione entro 5 giorni dalla ricezione della presente delibera». La lettera è una vera e propria porta in faccia a Landini e compagnia scioperante. I sindacati hanno già chiesto un incontro con la Commissione, che li ha convocati per lunedì mattina, ma il contenuto della lettera pare piuttosto perentorio.

TORTI E RAGIONI
La presa di posizione dell’organo di controllo sugli scioperi, di riflesso conferma la legittimità delle esternazioni del vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che infatti anche ieri ha ribadito sui social la sua posizione: «Questo è un governo politico che si prende la responsabilità di fare scelte politiche: scioperare per 4 ore è legittimo, ma questo diritto non può fermare il Paese per 24 ore. Se i sindacati aderiranno alle richieste della Commissione di garanzia, bene, altrimenti siamo pronti ad intervenire con lo strumento della precettazione».
Una posizione che poco prima era stata espressa con toni più formali da una nota diramata dal ministero dei Trasporti, che parlava di un «diritto alla mobilità di milioni di italiani» che «non può essere cancellato». 

Anche la Lega ha subito commentato le irregolarità contenute nella convocazione dello sciopero: «Siamo sicuri che la Cgil, silente quando venne approvata l’infausta legge Fornero e convocata lunedì dalla Commissione di garanzia in vista dello sciopero proclamato per il 17 novembre, ridurrà la mobilitazione o la rimanderà così come auspicato dal Ministro Matteo Salvini». Come detto tutta questa vicenda si risolve in una vera e propria sconfessione di tutto quanto il segretario generale della Cgil va dicendo da giorni. Non appena Salvini ha ventilato l’ipotesi della «precettazione», a sinistra si sono scatenati. Lo stesso Landini l’altro ieri aveva parlato di una «posizione arrogante» da parte del ministro che «non può decidere quando fare o non fare uno sciopero», tirando in ballo i soliti «diritti costituzionali». Ieri, però, la missiva della Commissione di garanzia ha ricordato a Landini che la Costituzione non prevede solo diritti, ma anche doveri. Come quello che impedirà alle due sigle sindacali di bloccare un intero Paese per 24 ore il prossimo venerdì.

 

 

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