Tra Mes e Manovra

Giorgetti, il 27 dicembre in Commissione dopo Mes e Manovra

Raccoglie la "sfida"delle opposizioni, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, e il 27 dicembre si presenterà in Commissione BIlancio alla Camera per una audizione sulla Manovra. Tutto questo a pochi giorni dal no al Mes a Montecitorio e dalle parole dello stesso ministro, numero due della Lega, che ha chiarito come il Ministero dell'Economia e delle Finanze avrebbe gradito l'approvazione del Meccanismo europeo salva-Stati.

L'audizione, come detto, sarà però sulla legge di Bilancio, che proprio oggi è stata incardinata a Montecitorio e arriverà in Aula il 28. Il Pd ha chiesto di audire il responsabile del Mef con una lettera al presidente della commissione, Giuseppe Mangialavori (FI), alla quale si uniscono tutte le opposizioni, su Mes e Patto sottolineando che "alla luce di questi significativi accadimenti, riteniamo necessaria e urgente una informativa del ministro dell'Economia e delle Finanze, on. Giancarlo Giorgetti, da svolgere nella commissione da lei presieduta già in occasione dell'esame della legge di bilancio 2024".

Poco dopo arriva la risposta, dal sottosegretario al Mef, Federico Freni: Giorgetti sarà in commissione Bilancio della Camera, compatibilmente con la propria agenda, il 27 dicembre nel pomeriggio. Tuttavia, specifica Mangialavori, il ministro riferirà solo sulla manovra e non - come richiesto dalle opposizioni - sul Patto di Stabilità e sul Mes, su cui invece si è detto disponibile a riferire in un'altra seduta, al di fuori dell'iter di approvazione della manovra. Sulla questione, e la presunta distanza tra Giorgetti (favorevole al Mes) e il suo segretario e vicepremier Matteo Salvini (contrario), qualcuno aveva paventato anche l'ipotesi delle dimissioni del ministro dell'Economia, smentite a stretto giro di posta.

Su questo punto, il Pd non molla e il capogruppo dem al Senato Francesco Boccia è ripartito alla carica chiedendo le dimissioni di Giorgetti, "ostaggio del populismo e degli anti-europeisti e non adeguato a ricoprire quel ruolo: sia coerente e si dimetta. Non permetteremo che l'Italia si trasformi nell'ultima ruota del carro di una a Europa che abbiamo fondato". Ma secondo Salvini la posizione di Giorgetti non è indebolita dalla bocciatura del Mes. "Assolutamente no", dice, aggiungendo che "il Mes era uno strumento inutile, superato, non utilizzato e dannoso", e dopo il no del Parlamento "lo spread è sceso".

"Abbiamo fatto quello che era nostro dovere per difendere i risparmi e il lavoro degli italiani - prosegue -. Non abbiamo fatto un voto ideologico ma pragmatico". Il Pd insiste, con la capogruppo alla Camera, Chiara Braga, che spiega: "Aspettiamo Giorgetti in commissione Bilancio il 27 pomeriggio. Ci fa sapere che parlerà solo di manovra. Mi domando come potrà sottrarsi dallo spiegare al Paese le conseguenze del fallimento del suo governo in Europa di questi giorni". Duri attacchi anche da Italia Viva, con Luigi Marattin che ironizza: "Giorgetti: 'Sulle mie dimissioni decido io'. Mi sembra giusto. Visto che sul resto non decide nulla". Per il collega di partito Enrico Borghi, il no al Mes di FdI-Lega-M5s "è anche un assist a Mosca". Mentre per il leader di Azione, Carlo Calenda, su Mes e Patto di Stabilità "questo governo ha fatto tutto al contrario e ne pagheremo le conseguenze".