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Pd, Decaro al posto di Elly Schlein? Tam-tam nel partito: dopo le Europee...

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Sarà costretta ad andare avanti, Elly Schlein. A tirare dritto anche a costo di andarsi a schiantare contro un muro chiamato elezioni europee. E ad approfittare della crisi politica sempre più conclamata della segretaria sarà come sempre l'opposizione interna al Pd, che ha già scelto un sostituto: Antonio Decaro. sindaco di Bari e presidente dell'Anci, la rappresentanza dei primi cittadini italiani, da anni in prima linea nelle trattative tra enti locali e governi e sempre molto in vista e con ottimi "agganci" istituzionali anche nel centrodestra. Di fatto, l'esatto opposto di una "civica" come la Schlein. 

L'illusione della Sardegna, con la vittoria della grillina Alessandra Todde di strettissima misura, aveva ingolosito i dem per primi, convinti di poter puntare tutto sul campo largo per provare addirittura il sorpasso sul centrodestra nelle prossime amministrative e soprattutto alle europee di giugno. La debacle in Abruzzo, con i 5 Stelle ai minimi termini e l'ammucchiata-sinistra travolta, è stato "un bagno di realtà" per il Nazareno, che ha ricominciato a dubitare sul futuro della propria leadership.

 

 

 

Umore nero, sottolinea un retroscena del Tempo. Cadute tutte le certezze, con le elezioni in Basilicata che sono un altro rebus per l'alleanza con Giuseppe Conte, la Schlein è ora obbligata a mettersi in gioco in primissima persona. 

 

 



In tv, dove lo staff sta accelerando per organizzare il confronto diretto in tv con Giorgia Meloni, anche se in tanti continuano a chiederle di fare un passo indietro, timorosi per una Caporetto mediatica contro la premier sempre molto efficace davanti a una telecamera.

 

 

 

Il vero problema è politico, però, con la candidatura come capolista alle europee che tutti, a partire da Romano Prodi, hanno sconsigliato alla Schlein per due motivi. L'incoerenza di candidarsi e restare, poi, alla Camera, e il rubare "un posto" a una candidata vera, bloccando peraltro il delicato gioco dell'alternanza di genere che impone sempre un uomo e una donna nei primi due posti in lista, pestando anche i piedi agli acchiappa-voti tradizionali del Pd, "come Bonaccini nel nord est, Gori nel nord ovest, Zingaretti nel centro e la forte opposizione del governatore De Luca al Sud", è l'elenco del quotidiano romano diretto da pochi giorni da Tommaso Cerno. Tutti argomenti che torneranno più che utili dopo la possibile scoppola sull'asse Strasburgo-Bruxelles.

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