Tam-tam

Bari, dopo il terremoto in Procura... ecco il leghista che può cambiare tutto

C’è un tempismo sospetto nelle comparsate baresi di Giuseppe Conte. Ormai, quando il leader grillino scende in città, i politici della giunta di Michele Emiliano e di quella di Antonio Decaro si guardano come i protagonisti di Dieci Piccoli Indiani, il giallo di Agata Christie dove tutti avevano una colpa e l’assassino li puniva ammazzandoli a uno a uno, partendo dal responsabile minore fino ad arrivare, di scalino in scalino, al maggiore. È l’atmosfera che a Bari si respira non solo in Procura o nei palazzi del potere, ma in ogni strada. In un mese scarso oltre 250 indagati, più di dieci arresti, consiglieri comunali e regionali, assessori coinvolti ma tutti sono convinti che non è finita qui.

Tre inchieste che sonnecchiavano da anni, sparate in sequenza contro il sistema di potere Emiliano-Decaro, il fondatore spaccone e geniale e l’emulatore, più affabile e sinuoso, che oggi giocano a distinguersi, perché stavolta mal comune non fa mezzo gaudio, ma sono più o meno il maestro e l’allievo. In Puglia c’è addirittura chi, per quanto sta avvenendo oggi, scomoda il fantasma di Tangentopoli, Milano 1992, da corruzione locale a processo a un modello di governo che andava avanti da vent’anni. (...)

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