Il premier e il voto di giugno

Giorgia Meloni: "I manifesti col mio volto? Sono io il leader di FdI"

Michele Zaccardi

Rivendica le battaglie portate avanti in Europa. Invoca una de-escalation in Medio Oriente. E interviene sulle questioni di politica interna, rintuzzando le polemiche sui manifesti elettorali per le Europee. In visita al Vinitaly a Verona, e con in programma per domani un viaggio lampo a Tunisi, Giorgia Meloni risponde alle domande dei cronisti. Oltre alla crisi internazionale, la curiosità è tutta per la riserva che la premier non ha ancora sciolto. E in questo senso è stata letta la comparsa, in diverse città italiane, dei manifesti per le elezioni europee dell’8-9 giugno.

Il volto di Meloni infatti campeggia in primo piano, una scelta che sembra suggerire una sua candidatura, ma che la premier sminuisce. «Sono il leader del partito, con chi altri li vorrebbe fare?» ha detto al giornalista che le aveva rivolto la domanda. Insomma, per avere una conferma in un senso o nell’altro si dovrà aspettare. Una data papabile potrebbe essere la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia che si terrà a Pescara dal 26 al 28 aprile.

 

 

UNITÀ DI INTENTI - Ma ieri, al termine della sua visita durata tre ore e mezza al Salone internazionale del vino e dei distillati, la premier ha affrontato anche altri temi, a cominciare dall’attacco di sabato dell’Iran a Israele. «Sono stata contenta della unità di intenti che ho letto tra i leader del G7» ha detto Meloni, ricordando che, dopo la visita, sarebbe stata «impegnata in una serie di altre telefonate con gli attori regionali mediorientali». «Tutti quanti» ha aggiunto la premier, «stiamo facendo i massimi sforzi e sono contenta che ci sia questa unità di vedute su quello che va fatto relativamente al tema Israele e Iran, e anche quello che si deve continuare a fare per arrivare a un cessate il fuoco, a un rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas per quello che attiene la situazione di Gaza».

Poi il presidente del Consiglio ha sottolineato che, sebbene la situazione sia preoccupante, bisogna comunque rimanere «molto lucidi». «Penso che bisogna fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per evitare possibili escalation e mi pare che anche nella riunione che si è tenuta ieri (domenica, ndr), che abbiamo convocato immediatamente, del G7 si sia ribadita questa necessità di fare tutti la nostra parte per dialogare con tutti gli attori interessati e passare messaggi di responsabilità» ha detto, prima di aggiungere: «Esprimiamo, e lo abbiamo ribadito come governo italiano, ma lo hanno ribadito tutti i Paesi del G7, la nostra ferma condanna all’attacco iraniano contro Israele. Credo però che sia molto importante lavorare per una de-escalation, perché una escalation in un conflitto all’interno di quella regione tutti quanti ci rendiamo conto che potrebbe avere conseguenze molto significative».

 

 

TELEFONATA - La premier ha poi ringraziato la segretaria del Pd, Elly Schlein, per la telefonata ricevuta relativa alla situazione mediorientale. «Mi ha fatto piacere» ha detto, «lo considero doveroso, lo facevo a mia volta quando mi trovavo all’opposizione, ma l’ho considerato importante: ci siamo parlate al telefono, ci siamo scambiate i punti di vista, e penso che questo possa portare anche in Parlamento a lavorare meglio». Sul fronte europeo, invece, Meloni ha rivendicato il ruolo che il nostro Paese ha giocato in molte partite. Abbiamo portato «avanti delle battaglie in Europa sulle quali l’Italia ha avuto il coraggio di porre delle questioni e piano piano tante altre nazioni hanno cominciato a seguirci, perché quando dici cose serie, quando dici cose di buonsenso, quando sei pragmatico, quando sei credibile, è possibile che tu possa anche fare da apripista: è quello che è accaduto su molti dossier». Un riferimento che riguarda soprattutto il Green Deal. Con ogni probabilità, sarà infatti sull’opposizione al pacchetto di norme ambientali varato dalla Ue che Fdi puntera le sue fiche durante la campagna elettorale per le Europaa.