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Meloni-De Luca, Rosy Bindi: "Non doveva rispondere come me"

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A volte, piuttosto che solidarizzare con il nemico - o, più semplicemente, esprimere un po' di vicinanza in nome di quel femminismo che piace tanto alla sinistra - si arrivano a sostenere posizioni fuori dal mondo. È il caso di Rosy Bindi che non ha perso occasione per coprirsi di ridicolo, piuttosto che tendere la mano a Giorgia Meloni. Il caso è, neanche a dirlo, quello della stilettata del Presidente del Consiglio al governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Rosy Bindi li conosce bene i modi del compagno di partito, tanto che lei stessa cadde vittima degli insulti del governatore. Nel 2016, all'epoca della sua seconda candidatura in Campania (la prima volta perso contro Caldoro), non le mandò a dire alla Bindi: "Impresentabile in tutti i sensi, Quello che fece la Bindi è stata una cosa infame, da ucciderla. Ci abbiamo rimesso l’1,5%, il 2% di voti. Atti di delinquenza politica…" La colpa della deputata del Pd fu quella di inserire, da presidente della commissione antimafia, il nome di qualche amico dello sceriffo di Salerno all'interno della lista degli impresentabili.

 

Oggi che a essere offesa è stata Giorgia Meloni, la pasionaria di sinistra ci regala una lettura da fantascienza: "La cosa più grave, in principio, la fece la premier, quando, in occasione di una manifestazione con il presidente della Campania e centinaia di sindaci, disse loro di andare a lavorare. Non è una parolaccia, ma un’espressione di disprezzo e offesa ad altre istituzioni". Ma non è finita qua. Il peggio deve ancora venire. Intervistata dalla Stampa, Rosy Bindi è arrivata addirittura a sostenere che la cosa migliore da fare sarebbe stata rimanere in silenzio, passiva, a prendere gli insulti. Del resto - sostiene - tutti conosco i modi di De Luca. Quasi questa fosse un'attenuante: "L’uomo si sa chi è, anche nei miei confronti non fu gentile ma io mai gli ho risposto. Se poi in una visita ufficiale l’istituzione più alta risponde con la stessa parola, chi è che si è abbassato? Che facciamo, la gara a chi usa meglio le parolacce?". Se questo è il femminismo che piace alla sinistra...

 

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