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Gualtieri si autoaccusa: l'ultima figuraccia Pd

La città difesa dall’opposizione. Fi: "Pensi ai servizi che mancano solo per colpa della sua giunta" Mollicone (Fdi): "Bloccarono il nostro piano per Tor Bella Monaca. Fa bene ora a fare mea culpa"
di Daniele Priori domenica 20 luglio 2025

3' di lettura

Le periferie di Roma sono il contrario della bellezza. Parola del sindaco di Roma. E se lo dice lui...tanti auguri a quella maggioranza di romani che vivono fuori dalla Ztl del centro storico. L’inquilino del Campidoglio se n’è andato in trasferta a Cava dei Tirreni, dove si sono svolti gli Stati Generali della Bellezza, manifestazione promossa da Ali - Autonomie locali italiane, per esternare- è proprio il caso di dirlo- un qualcosa che dentro i confini del Raccordo Anulare non avrebbe potuto affermare così a cuor leggero.

Sicché il notabile Pd si è preso la briga e di certo il (cattivo) gusto di andare a sputtanare (o dire la verità?) sulla sua città a 250 chilometri di distanza, puntando su quella che, in seconda battuta, il suo staff e la sua giunta hanno voluto faticosamente giustificare come una intelligente provocazione. A noi (e a molti) è sembrata più una impietosa fotografia, quasi un selfie di quelli usciti male che però, per disprezzo della vanità, decidi di pubblicare lo stesso.

«Roma è la città più bella del mondo ma io dico: guardate che le periferie romane fanno schifo! C'è un livello di bruttezza inaudito». Gualtieri dixit. Imbarazzante al punto che in soccorso della Città Eterna e della sua dignità violata proprio dal primo cittadino sono dovuti correre gli esponenti dei partiti di opposizione che, quasi, si sono sentiti in dovere di richiamare all’ordine il sindaco parso fin troppo a briglie sciolte.

«A fare schifo non sono le periferie in sé ma i servizi del Comune». Ha corretto il tiro il gruppo consiliare capitolino di Forza Italia con una nota. «Da Gualtieri linguaggio e consapevolezza puerili. Marciapiedi non spazzati e spaccati, strade piene di buche, verde infestante, segnaletica sbiadita, isole di calore dovute all’assenza di verde e illuminazione pubblica carente. Sono questi servizi, di cui Roberto Gualtieri è responsabile, a...fare schifo!» concludono gli azzurri di Roma.

Non da meno le prese di posizione di Fratelli d’Italia che ha collezionato in rapida successione interventi che hanno visto la condanna unanime delle parole di Gualtieri messe all’indice dal coordinatore regionale del partito della premier, Paolo Troncassini che ha definito «gravi e offensive» le parole del primo cittadino che in primo luogo «rappresentano una mancanza di rispetto nei confronti di migliaia di cittadini che vivono con dignità e spirito di comunità in quei quartieri, ma dimostrano ancora una volta l'incapacità della sinistra di governare la Capitale».

Va giù duro e, lui sì, provocatorio anche il presidente della Commissione Cultura di Montecitorio, Federico Mollicone: «Finalmente anche il sindaco Gualtieri strappa il velo di ipocrisia che per decenni ha avvolto la sinistra sull’urbanistica di molte periferie italiane, elaborate da architetti comunisti che hanno devastato città come la Capitale con modelli ispirati al collettivismo e allo stile sovietico. Fa sorridere che sia proprio un sindaco post comunista a denunciare come si viva male in palazzi alveari costruiti con materiali scadenti». Al tempo stesso l’esponente nazionale di FdI ha ricordato come proprio il centrodestra per primo si era speso per una rivoluzione copernicana in senso urbanistico per quartieri periferici simbolo come Tor Bella Monaca.

«La giunta di centrodestra aveva affidato il piano di ricostruzione a Leon Krier, punto di riferimento del movimento del neourbanesimo, che prevedeva un intervento di rigenerazione policentrico, incentrato sul verde, su palazzine basse a dimensioni umane, con stilemi che richiamavano l'architettura rinascimentale ma realizzati grazie a nuovi materiali e tecnologie innovative. L'iniziativa fu bloccata dalla sinistra e adesso abbiamo ancora Corviale, le Torri e decine di altri esempi di costruzioni brutte dove si vive male».

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