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Sala, il Pd alza la posta per arginare Conte e M5s

di Elisa Calessi domenica 20 luglio 2025

3' di lettura

È stato un sabato di riflessione e di silenzio per il Pd. Anche se costellato da riunioni (soprattutto a Milano) e da contatti telefonici a ogni livello. Elly Schlein è stata a Palermo in via d’Amelio per commemorare Paolo Borsellino. Un’occasione per ribadire come la “legalità” sia al centro delle preoccupazioni del partito. «È fondamentale», ha detto, «essere qui non soltanto per la memoria, ma per portare avanti l’impegno che serve quotidianamente contro ogni manifestazione del fenomeno mafioso, che purtroppo è ancora vivo e presente nella nostra società».

Nessun accenno, ovviamente, al caso che sta incendiando Milano. Ma nel concludere il suo intervento, ha riservato un passaggio che può essere letto anche come una risposta a quello che sta emergendo dall’inchiesta milanese. «Ogni giorno», ha detto Schlein, «dobbiamo portare avanti l’impegno, in ogni modo, contro le mafie, contro la loro infiltrazione nell'economia, nella politica. L'interesse, purtroppo, è sempre vivo. Cambia pelle magari il fenomeno mafioso, però è ancora presente.

E non è che quando non spara o quando non mette le bombe è meno presente e va sottovalutato. Anzi, proprio quando arrivano investimenti, bisogna alzare la guardia e tutti gli strumenti di legalità». Vale per la mafia, ma anche per la corruzione.

Tornando al caso Sala un punto certo è che il Pd (milanese ma anche romano) chiede le dimissioni dell’assessore Giancarlo Tancredi. Del resto, lui stesso sembra orientato in questa direzione. L’annuncio potrebbe arrivare già oggi così da rendere più semplice il confronto che Sala avrà, domani con il consiglio comunale. Su Sala, invece, Schlein ha deciso di restare prudente. Lo ha difeso, seppure dopo 3 giorni e chiedendo cambiamenti. Anche se il sindaco, ieri rimasto a casa a riflettere e a confrontarsi con i suoi legali, non esclude un passo indietro. La linea del Pd resta quella decisa da Schlein: a fianco del sindaco, ma chiedendo forti cambiamenti: programmatici e di persone.

Una sostituzione, intanto, è già quasi certa, nel caso (probabile) che Tancredi si dimetta. Ed è evidente che il Pd pretenderà voce in capitolo sul successore. Ma è chiaro che i “cambiamenti” da fare “urgentemente”, chiesti da Schlein, non si limitano a questo. Altri assessori potrebbero essere cambiati. E di sicuro si chiederà una svolta sulle opere da fare.

Nel frattempo, Schlein ha un altro problema: difendersi dal fuoco amico degli alleati e in particolare del M5S, che non intende rinunciare a una ghiotta occasione per riaffermare la propria vocazione giustizialista. Senza alcuna remora nei confronti delle difficoltà in cui versa l’alleato, i Cinquestelle ieri hanno continuato a censurare il “marcio” della Milano progressista. Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera, su Facebook ha pubblicato un video in cui dice che «quel che è successo a Milano svela tutto il cinismo di un “modello” fatto a misura di speculatori finanziari e affaristi, che esclude il ceto medio e le persone meno abbienti per creare città dei ricchi a discapito di chi non lo è. Le chiamano «sburocratizzazioni» e «semplificazioni» ma, chissà perché, non arrivano mai a beneficio dei cittadini comuni, ma sempre a vantaggio di una imprenditoria malata che se ne va a braccetto con la cattiva politica». I toni sono quelli del M5S degli inizi. Senza distinguo e senza distinguere responsabilità individuali da politiche.

«Loro», continua Ricciardi, «hanno bisogno di un sistema nel quale un povero disperato che non sa più come fare per migliorare la propria situazione si deve rivolgere al politico locale. Immobiliaristi speculatori prendono una baracca e ne fanno un grattacielo con un documento e un politico connivente. È per loro che vogliono allentare regole e vincoli. Grazie a questa semplificazione hanno creato la Milano europea, che esalta questo modello che non pensa che un operaio a Milano può permettersi 19 metri quadri di casa».

Difende Sala, invece, un ex sindaco Pd, Simone Uggetti, primo cittadino di Lodi, arrestato, fatto dimettere e poi risultato innocente. La procura, ha detto all’Adnkronos, indaga Sala «per il reato di fare l'amministratore» ed esprime un «desiderio di supplenza per una politica urbanistica su cui non concorda, ma che così riesce a orientare». Posizione netta. Ma solitaria.

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