Al ridicolo non c’è fine. All’improntitudine. Alla stupidità. Trovarla una deputata come Susanna Cherchi, Cinque stelle, talmente arroventata contro il ministro Valditara da sbattergli in faccia un incredibile attacco della serie “femminicida”. E solo dopo un’ondata di reazioni - con tanto di rimbrotto dal presidente di turno della Camera, pentastellato pure lui ma imbarazzato, Sergio Costa - la stessa ha dovuto chiedere scusa. Asilo.
A furia di accusare il ministro dell’Istruzione di alzare troppo i toni, accade anche questo nel Palazzo di Montecitorio. Tutto questo solo perché Valditara ha difeso con passione le proprie tesi. E tanto basta per sparargli addosso i peggiori epiteti. Dal resoconto dell’aula: «Chiedo ai miei colleghi di avere un po’ di carità cristiana nei confronti del ministro Valditara, perché lui non sa quello che dice. Perché lui non conosce l’argomento, ma l’unica cosa di cui è sicuramente consapevole è di non essere all'altezza. E, quando una persona sa di non essere all'altezza, paradossalmente diventa anche più violento, come le donne che vengono uccise dai mariti perché i mariti sanno di non essere all'altezza di quella donna e, quindi, le ammazzano. Ma lui, poverino, ha bisogno di comprensione».
Deputata da curare, indubbiamente. Poi, non solo la Cherchi si è accorta della gaffe dalle proteste arrivate dalla maggioranza, ma anche dalle parole di Costa: «Ha detto cose inopportune. Quindi, cortesemente, deputata Cherchi, la prego di utilizzare termini più adeguati a quest’Aula; la prego onestamente. Basta. Deputata Cherchi, la prego di utilizzare sempre termini adeguati all'Aula». E dopo un po’ la signora si è dovuta scusare, chissà quanto sinceramente. Che poi è giusto chiedersi che cosa possa passare per la mente a certi personaggi in evidente ricerca di notorietà.
Paragonare un politico mite come Valditara ad un assassino è davvero grave e significa anche approfittare dell’immunità per le espressioni pronunciate in Parlamento. Ma si può offendere senza sanzione? Ci vuole davvero faccia tosta, sono gli stessi che hanno applaudito i sassi di Bonelli in aula, la rissa con Fiano protagonista, le decine di cartelli ogni volta innalzati in aula, l’occupazione continua degli emicicli di Camera e Senato, gli inginocchiatoi di Boldrini e compagnia. Tutto va bene? Invece se la voce la alza Valditara è una specie di identikit da femminicida? Ferma e responsabile la reazione di Simonetta Matone, ex magistrata e deputata della Lega: «L’intervento della collega grillina Cherchi è stato inqualificabile, pieno - come purtroppo spesso accade - solo di insulti violenti, gratuiti e arroganti. Perfetto stile di una certa sinistra che ha dimenticato ogni idea di buon gusto e, soprattutto, di cosa sia il rispetto istituzionale. Attaccare in questo modo un ministro della Repubblica, per di più assente in Aula, è inaccettabile. A ben poco servono le scuse, tra l'altro tardive. Gli italiani meritano un dibattito all’altezza dei loro interessi». Solidarietà al ministro è arrivata anche da FdI. Degna di nota la dichiarazione della deputata Grazia Di Maggio: «La carità cristiana invocata dalla grillina in aula decidiamo di usarla noi nei suoi riguardi, perché le scuse tardive a poco giovano in un dibattito democratico». Anche perché tutto si è consumato davanti agli occhi delle scolaresche in visita d'istruzione, offrendo loro un pessimo esempio di come si dovrebbe rappresentare il popolo italiano.