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Mia Diop, ecco il suo vero lavoro: "Una scacchista esperta"

di Alessandro Gonzato venerdì 14 novembre 2025

4' di lettura


Scacchista esperta. E chi è, signori: l’erede di Kasparov, emula Fischer, Karpov, Carl sen, si ispira alla “leggendaria mossa” di Marshall o al genio del cubano José Raúl Capablanca? No. Il modello di Mia Bintou Diop, 23enne fresca vicegovernatrice della Toscana senza essersi nemmeno candidata, è la sua segretaria, Elly Schlein. Un attimo: la statista di Lugano gioca a scacchi? Non ci risultano mosse del cavallo, solo nitriti democratici del Pd che davanti al quadrupede di Viale Mazzini grida a «Tele-Meloni». Povero equino, i compagni l’hanno lottizzato fin da pony.

La «scacchista esperta», titolo che le attribuisce Repubblica – nel curriculum non c’è traccia di un solo lavoro – è l’italo-senegalese che Giani, governatore dem, ha scelto come braccio sinistro. Invero nemmeno gli scacchi sono un lavoro, dato che la Diop non è iscritta alla Federazione Scacchistica: risulta solo una Diop, che però si chiama Khadija, è una bambina e muove alfieri e torri per l’Asd Scacchi Famiglia Legnanese, in provincia di Milano. Kasparov, a lungo campione del mondo, spiega che «negli scacchi l’abilità più grande è quella di non consentire all’avversario di mostrarti ciò che sa fare». Con la Diop, curriculum alla mano, questo rischio non c’è.

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ALLORI

E però, sarebbe scorretto non ricordarlo, quand’era rappresentante d’istituto s’è distinta per la distribuzione gratuita di assorbenti, iniziativa presa durante l’occupazione della scuola. Sennonché il nuovo prodigio dem è dirigente del Pd, è stata militante dei Giovani Democratici, militante dei giovani democratici di Livorno e ha la tessera dell’Arcigay, «non militante» ha specificato nel curriculum, che così è più ricco.

Il padre, Mbaye, a lungo leader della comunità senegalese di Livorno, pare che per una ventina d’anni non abbia pagato l’affitto di una casa popolare, debito di 27mila 213 euro che oggi il gruppo regionale di Fratelli d’Italia, come ha anticipato a Libero la consigliera Marcella Amadio, chiederà di saldare alla Diop. Lei, sempre nell’intervista a Repubblica, ha detto che le colpe dei genitori non possono ricadere sui figli.

Elly, dicevamo, l’ha imposta alla vicepresidenza della Regione dopo che non è riuscita a imporre la candidatura a governatore del fedelissimo Marco Furfaro. Anche in Toscana s’è fatta infinocchiare dai cacicchi. Schlein è finita nel cacciucco e Mia Dioup si crede Mamdani, il sindaco islamo-socialista di New York: «C’è un’Italia nuova che bussa. Meloni e Vannacci farebbero bene ad alzare il volume». Mamdani, appena eletto, l’ha detto a Trump.

Ecco, Vannacci. Ieri il l’euro-generale ha attaccato: «Se sei di sinistra la competenza non è richiesta. La verità continua a fare male». Poi ha affondato il colpo: «Sono sufficienti la tessera del partito», il Pd, «e la pelle nera». Poi il confronto col “caso Venezi”, la direttrice d’orchestra contestata dalla sinistra: «Non solo è di destra, ma è pure bianca, bionda e magari anche cristiana, oltre a essere indubbiamente competente». E ancora: «Mentre continuano le proteste contro la nomina a direttore d’orchestra della Fenice di Beatrice Venezi, accusata di “inesperienza” nonostante un curriculum di tutto rispetto e una carriera internazionale come direttore d’orchestra, a sinistra non ci sono proteste e anzi applausi e consenso per la nomina a vicepresidente della Toscana di una studentessa universitaria 23enne di origine senegalese, tale Mia Diop». Secondo Vannacci la ragazza «probabilmente avrebbe potuto anche essere nominata direttrice d’orchestra a Venezia, gli orchestrali avrebbero certamente festeggiato la nomina della prima donna dalla pelle nera e di origine africana. E se qualcuno avesse osato criticare», ha concluso il generale, «sarebbe stato tacciato di razzismo e fascismo».

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ACCUSE

In serata è arrivata la risposta della deputata dem Laura Boldrini: «È l’ennesima provocazione becera. Avere la tessera del Pd è un problema per Vannacci? In democrazia è ancora possibile o no? O dovevamo mettere i leghisti nella nostra giunta? Vannacci se ne facesse una ragione, non sta a lui decidere». E ancora: «Diop è entrata in politica anni fa ed è stata consigliera comunale a Livorno. Le parole di Vannacci sono un modo miserabile per sminuire e infangare». Mia è pur sempre una scacchista esperta.

È intervenuto pure il segretario toscano del Pd, Emiliano Fossi: «Quello di Vannacci è un attacco vergognoso e razzista. Offendere la vicepresidente della Regione per il colore della pelle e per l’età è indegno di chi ricopre incarichi pubblici e rivela il livello a cui la destra vuole trascinare il dibattito. Mia Diop è stata scelta per capacità, impegno e responsabilità». Diop, anche se non ci sono testimonianze dirette, pare che muova torri e pedoni con leggiadria. Da piccolissimo lo scacchista cubano Capablanca, lo racconta in un libro, guardando una partita del papà gridò: «Hai fatto una mossa irregolare col cavallo!». L’infante rimise la pedina al posto giusto sulla scacchiera. «Caramba!», si meravigliò il padre, «sai davvero giocare?». «Claro», rispose il figlio, «yo te doy la salida!», «Ti batto!». Il Pd riparta dalla scacchista esperta. Olé!

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