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Dossieraggio, Cantalamessa contro De Raho: "Scelte inopportune, si dimetta"

di Fabio Rubini martedì 2 dicembre 2025

3' di lettura

Le rivelazioni sul possibile ruolo di Federico Cafiero De Raho nella vicenda del dossieraggio, sia quando era procuratore antimafia, sia oggi che è vicepresidente della Commissione antimafia, stanno scuotendo il mondo politico. Soprattutto in casa Lega, che a quanto si evince è stata spiata e “attenzionata” in modo particolarmente costante. Di questo si parla molto soprattutto nella Commissione di cui De Raho ha funzione apicale. Tra i suoi membri c’è il leghista Gianluca Cantalamessa, al quale abbiamo chiesto di darci la sua versione dei fatti.

Senatore che idea si sta facendo di questa situazione? 
«Ci sono due istituzioni, la Procura antimafia e la Commissione antimafia, che non possono essere sfiorate da dubbi o ombre. La vicenda cui stiamo assistendo, se confermata, andrebbe proprio a minarne l’autorevolezza e la terzietà».
Nel mirino c’è soprattutto il ruolo, non proprio super partes, di De Raho... 
«E' evidente che in questa situazione si è trovato ad occupare una posizione dominante, avendo la possibilità durante le audizioni di fare domande e avere accesso ai documenti che riguardavano un’inchiesta della Commissione che lo vede tra i protagonisti».

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Cantalamessa, facciamo un passo indietro. Ma cosa c’entra l’inchiesta sugli “spioni” con la Commissione antimafia? 
«Ce ne stiamo occupando perché il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, hanno chiesto di essere ascoltati in audizione dalla Commissione».
Resta, però, il ruolo borderline di Cafiero De Raho. Possibile che nessuno abbia mai sollevato la questione di un possibile conflitto d’interessi? 
«In realtà sì. Sono stato io. Da mesi chiedo al senatore dei Cinquestelle di farsi da parte, non dalla Commissione, ma dalle sedute che trattano del “caso Striano”. Tra l’altro quello di De Raho non è l’unico caso in cui sono intervenuto per far notare incongruenze. Ho chiesto la medesima cosa anche a Roberto Scarpinato per quel che riguarda l’inchiesta della Commissione antimafia sulla strage di via D’Amelio (nella quale perse la vita il giudice Borsellino. All’epoca Scarpinato era procuratore generale di Palermo, ndr). In entrambi i casi, però, il passo indietro non è stato fatto».
Senatore, alla luce di quanto sta emergendo, lei ritiene che De Raho, a questo punto, dovrebbe dare le dimissioni dalla Commissione Antimafia? 
«Se le notizie di stampa venissero confermate, beh, sarebbe gravissimo e a quel punto un suo passo indietro sarebbe auspicabile, soprattutto a tutela della credibilità dell’istituzione di cui fa parte».
Lei crede che De Raho sia colpevole? 
«A quanto si apprende anche il suo vice all’antimafia, Giovanni Russo, ha smentito la versione di De Raho. Se queste circostanze venissero confermate, sarebbe di una gravità inaudita perché, mi ripeto, sull’antimafia non ci possono essere dubbi o ombre».

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Al netto delle questioni giuridiche che stanno tenendo banco in questi giorni, l’inchiesta sugli spioni ha anche un risvolto politico, che vede la Lega come soggetto colpito. Si è chiesto il perché di tanto accanimento contro il suo partito? 
«Io direi che ci sono parecchie cose gravi. La prima è stato vedere, durante i giorni della formazione del governo Meloni, una serie spropositata di accessi alle banche dati per avere informazioni sui possibili membri del futuro esecutivo. Poi ci sono tutti i dossieraggi contro la Lega, riguardanti sia suoi esponenti, sia le finanze del partito. Si tratta di un’attività anomala, tanto che financo il procuratore generale di Milano ha chiesto lumi su questo volume di indagini sulla Lega».
Siete scomodi al sistema? 
«Non da oggi. $ chiaro che in questa occasione c’è stato un uso politico della giustizia per colpire un partito politico. $ stata un’invasione di campo gravissima».
E non è nemmeno la prima volta... 
«A partire dalla famosa frase di Palamara sul Salvini ministro dell’Interno che cercava di fermare l’immigrazione («Adesso bisogna attaccarlo», ndr), per non tacere della tante inchieste montate ad arte contro la Lega. Tutte rigorosamente finite nel nulla».
Eppure questa vicenda non sta esplodendo... come invece hanno fatto tutte quelle contro il suo partito... 
«Anch’io ho l’impressione che si voglia tenere questa vicenda sottotraccia, quasi che se una parte della magistratura, e sottolineo una parte, attacca la Lega è una cosa normale».
A questo punto come Commissione e come Lega agirete in qualche modo contro Cafiero De Raho? 
«In questi giorni stiamo stilando la relazione finale su questo caso, frutto di decine di ore di audizioni. Vedremo se integrarla con i fatti emersi in questi giorni. Quello che posso assicurare è che pretendiamo trasparenza totale su questa vicenda e per ottenerla siamo pronti ad andare fino in fondo: la verità deve emergere».

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