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Così Bossi tenta Tremonti

Ieri incontro di due ore in via Bellerio: si discute del dl sviluppo. Il Senatùr fa quadrato attorno al ministro: "Giulio non si tocca"

Andrea Tempestini
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Bocche cucite dopo il vertice durato poco più di due ore che ha avuto come protagonisti Giulio Tremonti e Umberto Bossi. Il teatro del summit era il quartier generale leghista, via Bellerio a Milano. All'ordine del giorno c'erano le modifiche da apportare al decreto sullo sviluppo - di cui il ministro Renato Brunetta ha dato delle anticipazioni - oltre all'esito dei lavori del Fondo monetario internazionale a Washington, lavori ai quali il titolare del dicastero dell'Economia ha preso parte. "Tremonti non è in pericolo" - Per essere presente a Washington, Tremonti non si era presentato in aula alla Camera nel giorno del voto sulla richiesta d'arresto del suo ex braccio destro Marco Milanese: una decisione che avava scatenato aspre polemiche nella maggioranza, con il superministro criticato duramente anche da Silvio Berlusconi. Il Carroccio - Bossi nel giorno del voto su Milanese era a Montecitorio, al fianco del premier - fa comunque quadrato attorno a Tremonti: domenica sera il Senatùr ha ribadito che "Giulio non è in pericolo". Così il titolare di via XX Settembre e il ministro delle Riforme si sono seduti attorno al tavolo per discutere delle modifiche da apportare al dl sviluppo. Bocche cucite - Il tema del summit era stato anticipato sempre domenica sera da Bossi, nel corso del suo discorso alla festa della Lega di Somma Lombardo, nel Varesotto. Al vertice di via Bellerio, al termine del quale nessuno però ha rilasciato dichiarazioni, hanno successivamente preso parte anche il presidente della commissione Bilancio della Camera, Giancarlo Giorgetti, e il governatore del Piemonte, Roberto Cota.

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