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Chi ci metterà le mani in tasca

Il Buono, il Brutto e il Cattivo: ovvero Corrado Passera, Fabrizio Barca e Mario Monti. Ecco perché ci ricorderemo di loro

Andrea Tempestini
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Un tris di moschettieri, una tripletta di Robin Hood che prenderà ai ricchi ma pure ai poveri (e tra un prelievo e l'altro sgretolerà la minuziosa opera federalista della Lega Nord). Sono loro i tre nomi che spiccano nel governo tecnico di Mario Monti: il Buono, il Brutto e il Cattivo. Il Buono è il superbanchiere, o la nuova versione del superministro, Corrado Passera, la nuova star della politica che nel mega-dicastero istituito apposta per lui (Sviluppo Economico e Infrastrutture) cercherà di far crescere le sue quotazioni nell'ottica di una possibile scalata democratica ai vertici del Pd (per inciso, lui è il buono perché, bene o male, i soldi nelle tasche degli italiani non ce li metterà). Passiamo poi al Brutto, che brutto in verità non è affatto, il ministro Fabrizio Barca, il signore della Coesione Nazionale: un dicastero diametralmente opposto a quello per il Federalismo guidato da Umberto Bossi. Il progetto decentralista del Carroccio frana così sotto i dicasteri del governo Monti, ammanettato dal 'Brutto' Barca. Quindi il Cattivo. O meglio, i Cattivi. Già, perché i provvedimenti più impopolari plausibilmente verranno firmati dallo stesso Mario Monti (che si è preso il ministero dell'Economia da cui uscirà la patrimoniale) e da Elsa Fornero, la ministra del Welfare, fiera sostenitrice di una riforma delle pensioni e che con tutta probabilità firmerà la stretta del sistema previdenziale.

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