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La sinistra: Via le tv a Berlusconi

Il Fatto e Repubblica lanciano la campagna: "No al beauty contest, vendere le frequenze all'asta". Il tubo catodico, la loro ossessione

Andrea Tempestini
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Solita sinistra, solite ossessioni. L'Italia è sull'orlo del baratro, ma a poche ore dal varo della manovra di Mario Monti la campagna che unisce la stampa progressista è la solita: la crociata contro il Cavaliere. Con straordinario tempismo Il Fatto Quotidiano e La Repubblica lanciano la loro campagna: prendono Monti e lo scagliano contro Silvio Berlusconi. Motivo del contendere? L'assegnazione delle frequenze digitali televisive.Il beauty contest - Il precedente governo aveva deciso di assegnarle secondo il metodo del beauty contest che, spiegato in termini semplici, consiste nell'affidare la risorsa in questione a chi è in grado di valorizzarla nel migliore dei modi sia dal punto di vista economico, sia da quello finanziario. La scelta dei soggetti vincitori a cui è affidata la risorsa al termine del beauty contest viene determinata dalle caratteristiche dei partecipanti alla contesa: chi ha le migliori skills, si aggiudica il pacchetto. E in Italia i due soggetti che nel panorama televisivo meglio di tutti gli altri rispondono ai requisiti di valorizzazione economica e finanziara sono Rai e Mediaset. La campagna della sinistra - Alla sinistra però non va bene. E così, nei giorni della manovra, della riforma delle pensioni, nelle settimane dominate dalla dittatura dello spread, i quotidiani tornano alla carica. La Repubblica, in un articolo di fondo in prima pagina non firmato, spinge affinché le frequenze vengano assegnate tout-court all'asta, dove valgono circa 14 miliardi di euro. "Monti blocchi subito quella falsa gara gratuita e indichi un'asta regolare, che non regali ma valorizzi le frequenze a vantaggio dei conti pubblici". A fare da megafono al quotidiano di De Benedetti ci si mette Il Fatto Quotidiano, che rincara la dose ipotizzando un patto segreto tra Monti e Berlusconi, ovviamente per favorire il Cavaliere. "Non è per pnsare male - l'articolo riprendere le parole del pasdaran Antonio Di Pietro, leader dell'Idv -, ma non vorrei che questa distrazione non fosse casuale e rispondesse invece a un patto con berlusconi: io vi faccio fare il governo e voi mi continuate a regalare le frequenze". La crociata contro Berlusconi, insomma, non è mai finita, e se ci sono televisioni di mezzo il livello dello scontro è inevitabilmente destinato a salire.

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