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Gradimento al 14%: partiti mai così male

Una ricerca Ipsos rivela: fiducia nella politica inferiore ai tempi di Tangentopoli. Ecco come Pdl, Pd e Udc si stanno riorganizzando

Giulio Bucchi
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Gli italiani si dicono disposti a sopportare ogni sacrificio, a patto che li facciano tutti. E già questa è una notizia. L'altra, ancora più grossa, è che gli italiani accettano i sacrifici perché a chiedergleli non sono i partiti, ma i cosiddetti "tecnici". Come scrive Francesco Verderami sul Corriere della Sera, la fiducia degli elettori nei politici è ai minimi storici: secondo la ricerca Ipsos è al 14%, molto meno del 20% toccato nel periodo buio di Tangentopoli, quando spesso il modo più gentile per salutare un onorevole era gettargli una monetina o agitargli un cappio in faccia. Forse è vero quanto detto da Alessandra Mussolini: "Se ci portassimo la pensione a 1.000 euro, gli italiani vorrebbero che scendessero a 500". Ecco perché all'alba della Terza Repubblica i partiti della Seconda temono di non passare la nottata. L'unico modo per scamparla è fare le riforme, in primis quella elettorale, e ricreare un modello che superi il bipolarismo per ridare vita, in qualche modo, alla Prima Repubblica. Decenni in cui i governi si facevano (e disfacevano) non alle urne ma in Parlamento. Pd e Pdl nicchiano, Pier Ferdinando Casini e l'Udc premono, perché in quel modo diventerebbero il vero centro della politica italiana, altro che Terzo Polo. Il confronto su testi e ipotesi, già invocato da Silvio Berlusconi, è ormai cominciato.

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