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Lega in Lombardia: case popolari e asili, stretta su immigrati

La proposta del Carroccio in Regione fa discutere: far salire a 15 anni gli anni di residenza per accedere ai servizi sociali

Giulio Bucchi
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Torna il tema della cittadinanza agli immigrati e la Lega detta la sua ricetta. Nel giorno delle manifestazioni anti-razzismo in tutta Italia in seguito all'assassinio di due senegalesi a Firenze, il Carroccio torna alla carica presentando in consiglio regionale lombardo tre progetti di legge che fanno già discutere. Nel "pacchetto residenzialità", di cui il capogruppo leghista in commissione Bilancio al Pirellone Fabrizio Cecchetti è il primo firmatario, prevede che per case popolari e asili nido abbia accesso prioritario e privilegiato chi è in possesso della residenza continuativa in Lombardia da almeno 15 anni. Per potersi vedere assegnata una casa popolare, la Lega vuole elevare gli anni di residenza necessari da 5 a 15, con inoltre un tetto del 5% per l'assegnazione degli alloggi Aler ai cittadini non aderenti all'Unione europea. "Si sappia che la Lega non ha mai dimenticato i motivi per cui è nata", spiega il capogruppo Stefano Galli. "Con queste misure - spiega una nota del partito - si andrà a riequilibrare una situazione assurda che fino ad oggi ha visto premiare gli ultimi arrivati a scapito di chi risiede da sempre in Lombardia e si trova paradossalmente scavalcato in graduatoria".  

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