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Il programma del premier: nuove misure anti-evasione

Ieri Monti a colloquio con la Finanza, oggi con Berlusconi. Obiettivo: rendere più efficaci gli strumenti del governo

Giulio Bucchi
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Due difensori d'ufficio. Che lo spronano ad andare avanti. E riformare tutto il possibile. Questo ieri Mario Monti ha trovato nelle dichiarazioni di Giorgio Napolitano e Gianfranco Fini. I quali gli hanno cinto intorno uno scudo istituzionale con parole molto simili. «La politica non è stata commissariata, non c'è nessuno strappo, né sospensione della democrazia. Occorre andare avanti con le riforme fino al termine della legislatura», i concetti espressi da entrambi. A fine giornata, dunque, il presidente del consiglio può dirsi soddisfatto. E rinfrancarsi un po' dopo le feroci polemiche sull'articolo 18, con i sindacati sulle barricate contro il governo. La difesa di Fini e Napolitano e il fare quadrato intorno al premier sembra essere un vero e proprio messaggio ai sindacati. I toni duri usati da Susanna Camusso, infatti, non sono piaciuti al Quirinale e nemmeno a Montecitorio. Per questo Monti ieri è parso sollevato dalle parole di Fini e Napolitano. «Meglio di così non poteva andare», ha sussurrato a un ministro. Mentre a Walter Veltroni ha spiegato che il governo sul mercato del lavoro ci andrà con i piedi di piombo. «Sulle pensioni siamo dovuti intervenire rapidamente, ma il lavoro è un'altra cosa», ha detto il presidente del consiglio, confermando l'intenzione dell'esecutivo di muoversi in accordo con le parti sociali. O comunque dialogando con esse, anche attraverso la concertazione. Insomma, per Monti l'articolo 18 «è un falso problema». E il governo vuole procedere «in maniera non ideologica, ma per migliorare il lavoro». E proprio durante i saluti al Colle tra le alte cariche dello Stato, Monti si è trovato di fronte Susanna Camusso. «Non abbiamo assolutamente parlato di articolo 18, ci siamo solo salutati», ha raccontato il presidente del consiglio. Oggi Monti parlerà dei temi del lavoro anche con Silvio Berlusconi, che vedrà a pranzo a Palazzo Chigi, insieme a Gianni Letta. Ma ieri il presidente del consiglio ha tenuto anche un vero e proprio brain storming sulla lotta all'evasione fiscale con il comandante della Guardia di Finanza, il ragioniere generale dello Stato, il direttore dell'Agenzia delle entrate e i responsabili di dogane,  demanio e territorio. Con l'obbiettivo di rendere il più efficaci possibile le norme del governo, ma anche studiare nuovi strumenti anti-evasione da approvare nel 2012. Nel frattempo la manovra prosegue il suo cammino in Senato, mentre questo venerdì l'esecutivo approverà il decreto “mille proroghe”. di Gianluca Roselli

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