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"Non serve nuova manovra". Ma...

Monti promette che non ci sarà una nuova stangata. Ma il decreto "salva Italia" ha effetti recessivi a cui si dovrà rimediare

Andrea Tempestini
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Mario Monti nella conferenza stampa di fine anno ha assicurato: "Non occorrerà una nuova manovra". Il Professore spiega che i cardini della futura azione di governo sono "conti in ordine, equità e crescita". Senza poter puntare sull'uso di denaro pubblico "perché ce n'è poco", continua Monti, si scommetterà su "università, capitale umano, liberalizzazioni e concorrenza". Secondo il premier è arrivato il momento del pacchetto "cresci Italia". Eppure la mazzata tutte tasse che il governo dei tecnici ha riservato all'Italia non ci mette affatto al sicuro da una nuova versione della manovra. I campanelli d'allarme sono suonati un po' da tutte le parti: la sequela di imposte e balzelli avrà effetti recessivi sul Paese, i consumi sono destinati a calare e di pari passo il Pil a decrescere più delle già non rosee aspettative. Vi è poi un altro significativo indizio che non promette nulla di buono per il futuro. Passi per l'asta del Tesoro di mercoledì, in cui il rendimento dei titoli a breve scadenza è crollato e la richiesta ha superato la domanda (era difficile aspettarsi il contrario, poiché nei prossimi due anni a suon di tasse lo Stato incasserà un bel gruzzolo con cui sistemare i conti pubblici). Ma l'asta di oggi, giovedì 29 dicembre, in cui venivano battuti Btp a scadenze più lunghe, non è stata altrettanto positiva: la domanda non ha raggiunto l'offerta, e per quanto i rendimenti siano calati, la contrazione è stata poco significativa. Che cosa vuol dire questo? Significa che secondo gli investitori le prospettive a lungo termine dell'Italia restano negative, che il quadro non è poi cambiato tanto. Quindi la domanda sorge spontanea: siamo così sicuri che non occorrerà una nuova manovra? Libero, nelle scorse settimane, ha più volte scritto che una nuova manovra sarà pressoché ineludibile.

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