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I viaggi a sbafo dei nostri politici

L'Emilia stanzia un milione per la casta giramondo: Renzi va in Cina a inaugurare statue, Vendola paga 4 giorni a New York: 350mila euro

Lucia Esposito
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La casta degli enti locali va in vacanza e lo fa a spese delle pubbliche amministrazioni, quindi dei contribuenti. Nonostante la crisi e la necessità di ridurre le spese, a parole condivisa da tutti, i politici di Comuni, Province e Regioni non ci pensano proprio a rinunciare ai benefit e all'opportunità di qualche missione all'estero. In nome del mantenimento dei «cordiali rapporti tra Stati» e dello scambio interculturale, s'intende.  Il modo per giustificare un voletto a Shangai o una capatina a l'Havana si trova sempre. Il «trucchetto» più gettonato è quello di creare società partecipate che si facciano carico dell'organizzazione di scambi culturali, imprenditoriali e quant'altro. Solo per fare un esempio, la Provincia di Livorno ha creato Provincia di Livorno Sviluppo, società che si occupa della «promozione di iniziative pubbliche e private per favorire lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione». Recluta fondi comunitari che poi vengono usati per viaggi imprenditoriali e di comunicazione. Tutto lecito, peccato che nella maggior parte dei casi a queste trasferte abbiano partecipato anche assessori e consiglieri provinciali. Sempre in Toscana, nel corso del 2010, la giunta del governatore Enrico Rossi ha speso 80mila euro in appena tre mesi per le missioni all'estero, mentre dal maggio 2010 al dicembre 2011 la cifra totale sborsata nel Granducato per i viaggi di assessori e presidente è pari a 143.584,38 euro. Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, invece invia all'estero i suoi funzionari: dalle determinazioni comunali risultano anche trasferte a Tallin (Estonia) e in Romania, ma non rinuncia egli stesso  a missioni fuori dall'Europa: tra tutte spicca, a ottobre di quest'anno, un viaggio in Cina, nella città di Ningbo, per l'inaugurazione di una copia della statua di Dante Alighieri. Facendo un salto nel Lazio si scopre che, nonostante i tagli e le razionalizzazioni, anche la presidente della Regione Renata Polverini non rinuncia, oltre a mete più europee (Cracovia, Lourdes, Parigi) e a due capatine a Tel Aviv e Gerusalemme, a un viaggetto a New York per un progetto sulla sicurezza in accordo con la polizia locale. Spesa ignota, ma difficile sia arrivata al milione 200mila euro che furono sborsati per il viaggio in Cina del suo predecessore Marrazzo.   Il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, è invece volato, nell'arco di due anni, quattro volte in Israele. Al suo seguito, tra guardie del corpo e collaboratori, una quarantina di persone. Hanno viaggiato tutte in prima classe su voli El Air. Spesa totale di uno dei viaggi, a inizio 2011: circa 400mila euro. Che ancora vanno a gravare sulle tasche dei contribuenti. Al Nord le cose non vanno meglio. Il caso più eclatante in Emilia Romagna. Grazie ad apposita delibera dello scorso novembre, la giunta di Vasco Errani (Pd) ha stanziato 1 milione e 200mila euro per finanziare le trasferte dei suoi dipendenti all'estero a decorrere da quest'anno: rispetto alle previsioni iniziali la somma è stata aumentata di 430mila euro. Si stima che in Piemonte, invece, si siano sborsati, nel corso del 2009, oltre 260mila euro solo per i viaggi dei consiglieri regionali, mentre Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, spendeva da solo la stessa cifra per le missioni annuali fuori dallo stivale. In passato le Regioni che facevano registrare i costi più alti per queste voci in bilancio sono state senz'altro Campania, Lazio e Sicilia, con cifre che toccavano anche i 450mila euro. Per la Sicilia è stata calcolata una spesa di 550mila euro nell'arco del solo 2009.   Certo, ora che siamo in piena crisi l'apparenza è fondamentale. Ecco che allora si corre ai ripari. Visti gli scandali del passato (come i viaggi a Cuba, grazie ai quali la Regione aveva inaugurato anni fa un asilo sull'isola di Fidel Castro, e in altre parti del mondo), a inizio anno ai consiglieri regionali del Lazio, con una circolare, è stato comunicato l'annullamento dei rimborsi per le trasferte. Potranno andare all'estero, ma «a spese loro», o meglio utilizzando i soldi a disposizione dei gruppi consiliari: tradotto, non paga più la Regione, ma i contribuenti continuano comunque a essere gravati delle trasferte dei politici. Le Regioni rosse, nonostante gli appelli al risparmio, restano quelle che fanno registrare le spese più alte. Tra tutte la Puglia non si smentisce: il trasparentissimo Nichi Vendola (il sito regionale cita a più riprese la parola «trasparenza») non nasconde lo stanziamento di grossissime cifre (risulta dalle delibere di giunta) per le missioni all'estero. Nel 2011 ha destinato 120mila euro al «Servizio Mediterraneo» che per l'ente si occupa di missioni all'estero volte alla promozione della Regione. Ma lui stesso non disdegna qualche capatina fuori dall'Italia. Si ricordano le polemiche legate alla sua trasferta newyorchese costata 345mila euro (per appena quattro giorni). di Chiara Giannini

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