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Rottura Pd-radicali. E Silvio gode

Berlusconi: "Soddisfatto per l'esito del voto". I pannelliani decisivi per il 'no' all'arresto di Cosentino. Franceschini: "Un'altra ferita"

Andrea Tempestini
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Se dopo il voto che ha salvato Nicola Cosentino dall'arresto nella Lega Nord sono volati schiaffi veri, mentre Silvio Berlusconi si è detto "soddisfatto", tra i teorici alleati del Partito Democratico e dei Radicali sono volati schiaffi metaforici, ma non per questo meno pesanti. I voti dei deputati Radicali, infatti, sono stati determinanti per il no alla Camera all'arresto di Nicola Cosentino. Se i sei parlamentari, tutti presenti, avessero infatti votato come il resto del gruppo Pd di cui fanno parte, i sì sarebbero stati 304 e i no 303: Cosentino sarebbe finito in manette. Dario Franceschini, capogruppo a Montecitorio dei democratici, ha commentato: "Purtroppo il voto dei radicali, anche se argomentato con ragioni politiche, è stato determinante. Un'altra ferita". Quindi la stoccata di Rosy Bindi: "Il nodo politico è la Lega, il nodino sono i radicali...", ha dichiarato la presidente del Pd. Si vive così una nuova rottura tra i Radicali e il Pd dopo quella arrivata lo scorso 15 di novembre, quando alla prima chiama per la fiducia al governo Berlusconi gli uomini di Marco Pannella entrarono in aula vanificando così la strategia della sinistra che mirava al non ottenimento del numero legale. In quell'occasione sempre Rosy Bindi li apostrofò con eleganza: "Gli stronzi son stronzi, galleggiano senz'acqua".

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