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La figuraccia del Mondiale di nuoto del 2009

L'evento di Roma fu un vero e proprio flop e venne coinvolto nelle indagini sulla Cricca degli appalti. Gli impianti sono ancora in costruzione

Andrea Turco
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L'idea del premier Monti di posticipare di 4 anni la candidatura italiana alle Olimpiadi del 2020 non è solo una decisione strettamente economica in tempi di crisi ma si basa anche su precedenti che non fanno onore all'Italia. Infatti dai Mondiali di calcio del 1990 in poi il nostro Paese, in termini di organizzazione di eventi sportivi, si è fatto la fama di uno Stato sprecone e poco affidabile. L'esempio più eclatante, dati alla mano, è stato il Mondiale di nuoto del 2009 a Roma. Un vero  e proprio flop diventato purtroppo famoso anche per le indagini giudiziare sulla Cricca degli appalti e per i clamorosi ritardi nella realizzazione delle opere. Si evitò una figuraccia internazionale solo utilizzando gli impianti del Foro Italico costruiti niente meno che per le Olimpiadi del 1960. Cinquantanni prima. La cittadella che invece doveva ospitare l'evento deve, ai giorni nostri e a 3 anni di distanza dal Mondiale, essere ancora compleatata. Mancano ancora, villaggio olimpico,  velodromo e altre strutture. Un intervento che grava sulle casse del Comune per 500 milioni di euro. Che in questi tempi di crisi non sono pochi.

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