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Lega, rissa tra emiliani dopo il tentativo di censurare Bobo

Nervosismo e imbarazzo nel Carroccio di Angelo Alessandri dopo l'articolo di Libero

Nicoletta Orlandi Posti
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Nervosismo e imbarazzo nella Lega emiliana dopo l'articolo di Libero. Abbiamo scritto che la segreteria nazionale di giovedì scorso aveva deciso di non invitare Roberto Maroni e di chiedere sanzioni per i cori contro Rosi Mauro (che a Bologna è legato federale) al termine del comizio dell'ex ministro a Varese. L'indicazione è stata poi superata dal consiglio federale di domenica, dove Bobo non ha voluto alzare i toni limitandosi a ricordare che, statuto alla mano, nessuna segreteria nazionale (cioè regionale) può pensare di sanzionarlo. Fatto sta che ieri il leader della Lega Emilia, Angelo Alessandri, ha ribadito: «Nella riunione dell'altra sera si è discusso per quasi quattro ore di unità del movimento e di organizzazione di varie iniziative e comizi previsti sul territorio, confermandoli tutti, tra cui anche quelli con Maroni». Non solo: «Che poi all'interno della stessa riunione i presenti abbiano unanimemente stigmatizzato quanto apparso su un video diffuso su internet dove, contro le regole dello statuto della Lega, veniva gratuitamente insultata Rosi Mauro, militante da oltre vent'anni, mi pare corretto, giusto e doveroso». Fatto sta che l'esponente leghista ripete quanto già scritto dal nostro quotidiano, a eccezione del bavaglio per Maroni. Libero non viene smentito di una virgola dal deputato parmense Fabio Rainieri, che da tempo sta alzando la voce per chiedere i congressi: «La riunione del nazionale è durata oltre le 4 di mattina, e molti dei segretari provinciali presenti mi hanno confermato il divieto di invitare Maroni. L'ha deciso Rosi Mauro». Rainieri era assente: «Non hanno invitato né me né Polledri (deputato piacentino, ndr) anche se siamo membri di diritto». Il senatore Giovanni Torri, invece, difende la vicepresidente di Palazzo Madama e chiede all'ex ministro di smentire Libero (cosa che non avviene). Poi tuona: «Non rischiamo di cadere nel tranello teso dagli organi di informazione e da coloro che fomentano divisioni interne, che si aspettano di vedere i barbari sognanti vagare per una Padania distrutta». Situazioni che confermano, per l'ennesima volta, l'altissima tensione in casa Carroccio. E che danno una spiegazione in più al gran rifiuto di Maroni - domenica in piazza Duomo - di posare con la Mauro davanti ai fotografi. La Lega Emilia ha il vizietto del bavaglio. A settembre, il sindaco di Verona Flavio Tosi aveva disertato un convegno a Piacenza, spiegando che i vertici del movimento gli avevano chiesto di restare a casa. Motivo: erano irritati dalle sue frequenti dichiarazioni sul governo Berlusconi. Meno di un mese più tardi, Bossi definì il primo cittadino «uno stronzo». Anche dietro il bavaglio di Piacenza c'era lo zampino della vicepresidente del Senato. di Matteo Pandini

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