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Il Cavaliere seppellisce il Pdl: nome nuovo e inno ispirato da D'Addario

Berlusconi preoccupato dai sondaggi in calo e dallo scarso appeal di "Popolo della libertà". Rotondi gli ha suggerito l'alternativa

Giulio Bucchi
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Il tempo dei funerali è rimandato, probabilmente a dopo giugno, quando cioè inizierà la volata lunga per le elezioni 2013. Ma Silvio Berlusconi ha già iniziato a seppellire il Pdl, la creatura cui il Cav diede vita in piazza San Babila il 18 novembre 2007 con l'ormai storico discorso del predellino. Una creatura sfortunata, perché vinte le elezioni 2008 ha dovuto poi fare i conti con defezioni, fuoriuscite (del cofondatore Fini, in testa), critiche interne e ora sondaggi in picchiata. Tutto logico per un partito non partito, fusione a freddo di culture differentissime (Forza Italia e Alleanza nazionale) e diviso quasi in due anche dal punto di vista della presenza territoriale. Crisi logica anche perché un partito non nasce in pochi mesi, ha bisogno di crescere e formarsi. Ecco perché il Cav, al congresso del Pdl provinciale a Milano, sottolinea: "Non siamo un partito di plastica. Siamo fortemente radicati tra la gente e abbiamo davanti un grande futuro. Siamo un partito che non sarà possibile cancellare dal panorama politico italiano". Ma non basta per sgombrare i dubbi, che crescono innanzitutto nel cuore e nella testa dell'ex premier. Scansate le tentazioni di tabula rasa avanzate da Giuliano Ferrara, secondo cui occorre fondare un nuovo partito: "Saremmo matti. Tutti insieme per l'Italia è una bellissima idea. Io non ho partecipato". Al telefono con il direttore del Foglio, Berlusconi ha ricordato all'amico e consigliere che "di tutto c'è bisogno tranne che di un altro partito". Nome nuovo - E allora? Allora il Pdl ha i mesi contati comunque. Si parte dal nome, perché Popolo della libertà tende ad essere abbreviato in Pdl e a sparire. Poi, spiega Berlusconi, perché "al Sud ci si mette anche l'articolo "la", diventa "la Pdl" e ci è sembrato che non commuova". L'alternativa l'ha fornita l'ex ministro Gianfranco Rotondi: "Italia e Libertà". C'è poi la questione segretario. Angelino Alfano è confermato ("E' bravissimo, si mangia tutti gli altri segretari a colazione, pranzo e cena", l'ha incensato il Cav) ma da qui a giugno può cambiare tutto. Anche perché sul piatto c'è la legge elettorale e una riforma che potrebbe cambiare un po' tutto, alleanze e prospettive. Fermo restando l'incognita Monti bis. Per il momento, dunque, c'è solo una certezza: il nuovo inno pare ispirato da Patrizia D'Addario... Ascolta il nuovo inno del Pdl  

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