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Irap al Nord: 3 miliardi di nuove tasse per le imprese

Sblocco dei tributi regionali, rialzo dell'imposta nel settentrione. In Lombardia le aziende rischiano di pagare 1,3 miliardi in più

Giulio Bucchi
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Solo per le sette Regioni del Nord  è in arrivo una nuova ondata di tasse. Poco più di 3 miliardi di euro sui 3,5 che i venti governatori d'Italia potrebbero decidere di applicare alla già salata Irap, Imposta Regionale sulle Attività Produttive. Lo sblocco dei tributi locali e regionali, previsto per il 2012, dal recente decreto sulle semplificazioni fiscali «rischia», infatti,  «di tramutarsi in una vera e propria stangata per le imprese del Centro-Nord con un aggravio fiscale di 3,5 miliardi», segnala il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi in base ai calcoli dell'ufficio studi sulla Relazione illustrativa che accompagna il decreto sulle semplificazioni fiscali. «Se le Regioni, ormai sempre più a corto di risorse finanziarie, decideranno di aumentare l'aliquota Irap di circa un punto, portandola al limite massimo del 4,82%», prosegue Bortolussi, «l'aggravio fiscale sulle imprese sarà di 3,5 miliardi di euro». Tra le 19 Regioni e le due Provincie autonome di Trento e Bolzano non tutte potranno eventualmente mettere mano agli aumenti. Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia non possono farlo, visto che già da tempo hanno dovuto portare l'aliquota al livello massimo per «comprimere» il disavanzo sanitario maturato in passato. Molise, Campania e Calabria sono andate addirittura oltre: non essendo state in grado di rispettare il piano di rientro imposto dal tavolo di monitoraggio guidato dal ministero dell'Economia e da quello della Sanità, sono state costrette ad applicare un aliquota aggiuntiva dello 0,15%. Pertanto, i probabili aumenti interesseranno solo le imprese ubicate nelle Regioni del Centro-Nord. Solo per la Lombardia l'aumento potrebbe essere superiore al miliardo e 300 milioni, quasi mezzo miliardo per il Veneto e 400 milioni scarsi per Torino e Piemonte. Sarebbe una mazzata per le imprese che boccheggiano e che nonostante la marea di liquidità versata dalla Bce alle banche italiane faticano a portare a casa mutui e fidi a buon prezzo. anzi molto non riescono a portare a casa proprio nulla. Eppure era solo il 4 dicembre scorso quando il governo presentò a tutti in una affollatissima conferenza stampa i tre pilastri su cui si basa il pacchetto sviluppo: Rigore, equità, crescita. Il tutto attraverso una serie di interventi «congiunturali», spiegò Corrado Passera, ministro allo sviluppo e ai trasporti, «ma che mirano anche a creare strutturalmente forza e sono molto coerenti con l'Europa e l'idea che abbiamo del futuro del nostro Paese e dell'intera Europa». In particolare, per quanto riguarda le imprese, Passera evidenziò le misure, mirate soprattutto ad accelerare la crescita dimensionale: «Abbiamo deciso un primo intervento fiscale per favorire chi mette capitale nell'azienda per crescere, consolidarsi e fare investimenti, attraverso una sigla che si chiama Ace: si premia fiscalmente il capitale che si mette nelle aziende». La nostra fiscalità, ha aggiunto il ministro, finora frenava le imprese, l'Irap penalizza chi ha un elevato costo del lavoro: «Abbiamo deciso di defiscalizzare l'impatto dell'Irap su risultati delle imprese». Ottima cosa. Ma i numerosi tagli fatti dal governo centrale alle Regioni negli anni passati e le scelte dell'attuale consiglio dei ministri hanno di fatto sterilizzato il federalismo fiscale. Con una serie complessa di conseguenza e alcuni risultati immediati. Il primo fra  tutti, come rileva la Cgia di Mestre, l'aumento dell'Irap. Per cui se da un lato si incentiva l'assunzione di giovani con sgravi sull'imposta regionale, dall'altra parte molte aziende del Nord si troveranno con un rincaro dell'Irap secondo la solita logica del gettito. Cioè per spiegarsi meglio. Non una logica paritaria che affianca le tasse ai servizi resi o goduti. Ma che usa le imposte per creare liquidità che serve a mantenere la spesa pubblica. I prossimi aumenti, se dovessero arrivare, confermeranno il trend degli ultimi decenni. di Claudio Antonelli

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