Che rissa

Omnibus, Gaetano Pedullà difende Di Maio e Gasparri lo travolge: "Tu pagliaccio e lui demente"

"Lei è un pagliaccio e Di Maio un demente". Maurizio Gasparri e Gaetano Pedullà se le suonano in diretta a Omnibus, su La7. In studio si parla di Afghanistan e gli animi si scaldano. "Si dovrebbe riprendere una presenza in quella parte del mondo, essere fuggiti in questo modo è una figura devastante", ammonisce il senatore di Forza Italia. Il direttore di La Notizia, il quotidiano forse più grillino d'Italia (sì, anche più del Fatto quotidiano di Travaglio), ribatte: "La storia non insegna niente ad alcuni, continuare a mandare dopo 20 anni eserciti e armi non serve a niente". "Dobbiamo mandare soldi ai talebani?", "Io sono molto felice di aver visto quel giorno Luigi Di Maio al mare se penso che alla Farnesina potrebbe esserci gente come Gasparri che sostiene la politica delle bombe". 

 

 

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Qui si scatena la bagarre. "Ma lei difende Di Maio? Ma si vergogni! - sbotta Gasparri - La politica delle bombe la fa Di Maio. Le bombe alla crema! I bomboloni, mangia Di Maio. Viva Di Maio, viva Di Maio!". "Faccia pure cabaret!", balbetta Pedullà, peggiorando la sua situazione. "Il cabaret lo sta facendo lei, io non ho polemizzato con Di Maio ma che lei lo difenda... Lei è un pagliaccio che difende un demente come Di Maio. Ma stia zitto, stia zitto". 

 

 

 

 

 

Su una cosa i due ospiti sembrano essere d'accordo. "La fuga da Kabul è una macchia indelebile su tutta la storia dell'Occidente", chiosa Pedullà, aggiungendo però subito dopo: "Quella macchia l'abbiamo fatta coi suoi metodi, Gasparri. Cerchiamo altre strade, la pace, la cooperazione, non i soldi ai talebani. Tanto peggio di così non possiamo fare". "Allora secondo questo signore l'Occidente fa bene a finanziare i terroristi e fa bene Di Maio a stare in spiaggia", provoca Gasparri. "Questo lo dice lei!", replica scandalizzato il direttore, ma il forzista insiste: "La cooperazione con i talebani non è una via percorribile. La può fare Di Maio dalla spiaggia o i grillini, non certamente un partito che difende la democrazia e i diritti".

 

 

 

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